MISTER UNIVERSO - Un portafortuna e una leggenda da ritrovare
Tizza Covi e Rainer Frimmel tornano a Roma e nel suo interland per raccontare il circo e i suoi personaggi. Dopo "
Non è ancora Domani, La Pivellina", i due registi si mettono sui passi di uno dei tanti artisti da tendone mettendo stavolta al centro della storia la ricerca di un uomo, anzi di un mito del circo, il famoso
Arthur Robin, Mister Universo nel 1957 e “uomo forte” per molti anni in diversi circhi italiani.
Solo lui può creare un nuovo amuleto per Tairo, giovane domatore di leoni, il quale non si sente più di affrontare le gabbie del suo lavoro e la vita senza quell’oggetto portafortuna ricevuto in regalo proprio da "
Mister Universo" molti anni prima.
Una situazione, quella del circo, che sembra andare verso una fine inesorabile, con i grandi felini vecchi e ammalati e un pubblico ormai sempre più ridotto. Qui, Tairo comincia la ricerca di questo uomo meraviglioso che sembra ormai scomparso dalle cronache ma non dalla memoria dei suoi parenti e colleghi.
Il viaggio di Tairo è l’occasione di ritrovare la famiglia, confermando un legame forte e la voglia di continuare a fare spettacoli dal vivo, continuando a girovagare per l’Italia tra piazzali di fango e la vita in roulotte. Troverà Tairo l’uomo che gli regalò il portafortuna? Non è importante, quello che conta è ritrovare tante altre cose che ognuno di noi rischia di lasciarsi sfuggire.
I due registi questa volta non hanno dalla loro parte la forza che una bambina abbandonata,
La Pivellina, può offrire al racconto, rinunciando a quella tensione che aveva fatto di quel film un piccolo capolavoro. Personaggi curiosi, toni e ambienti sono raccontati sempre con grande passione e l’emozione del viaggio e di un incontro insperato danno a "
Mister Universo" il carattere di un romanzo di formazione.
08/03/2017, 10:00
Stefano Amadio