CINEMA E TERRORISMO - La lotta armata sul grande schermo
Non si tratta solo di un elenco di film a tematica terrorismo, o di schede di film slegate tra loro: il lavoro fatto da
Carmine Mezzacappa per il suo "
Cinema e terrorismo La lotta armata sul grande schermo", edito da Paginauno,
Cinema e terrorismo, recita la quarta di copertina, è "un’attenta e minuziosa analisi di come il cinema italiano ha raccontato la lotta armata degli anni Settanta. Il saggio è costruito secondo linee tematiche, e l’autore passa in rassegna 50 film, spaziando dalla pellicole più note – come
Buongiorno, notte e
La Prima Linea – a produzioni meno conosciute, affrontando molteplici aspetti. In opere quali
Colpire al cuore di Amelio e
Caro papà di Risi, la lotta armata si presenta come conflitto generazionale, mentre in altre pellicole la telecamera preferisce soffermarsi sui dubbi ideologici ed esistenziali dei protagonisti –
Maledetti vi amerò e
La caduta degli angeli ribelli di Giordana, e
Il ragazzo di Ebalus di Schito. Non mancano i riferimenti cinematografici al tormento della coscienza infelice borghese, che si oppone alla propria classe sociale –
Quella fredda mattina di maggio di Sindoni – e all’atteggiamento irriducibile dei militanti, come
Gli invisibili di Squitieri e
La mia generazione di Wilma Labate".
Da segnalare, oltre all'indubbia importanza del testo critico, anche l'ampia introduzione, a cura dello stesso autore: una dissertazione sulle ragioni del terrorismo e sulla tipologia di approfondimenti effettuati dal nostro cinema, ma anche un importante punto della situazione su cosa sia e debba essere il cinema "storico", come approcciarlo e come interpretarlo.
Da leggere.
08/08/2017, 08:23
Carlo Griseri