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VENEZIA 74 - "Nato a Casal di Principe" interviste


Il regista Bruno Oliviero e l'autore della storia Amedeo Letizia, raccontano l'ier che li ha portati a realizzare questo film sulla camorra prima di Gomorra


VENEZIA 74 -
Bruno Oliviero, regista di "Nato a Casal di Principe"
Amedeo Letizia è il fratello di Paolo, scomparso a 20 anni per mano della camorra. Sin dall'inizio la sua famiglia ha cominciato una ricerca disperata e continua.
Dopo oltre 30 anni sono stati individuati e condannati i colpevoli dell'omicidio anche se il corpo del ragazzo non è mai stato ritrovato.
Amedeo Letizia, attore a Roma sin dai primi anni '90, è riuscito finalmente a portare sullo schermo la storia di suo fratello e della sua famiglia.


Quando è nata l'idea di creare il film dal romanzo e come lo hai sviluppato?
"L'idea è nata nel 1989, quando rapirono mio fratello - dice Amedeo Letizia - I mesi successivi al rapimento sono stati mesi molto frustranti per me: io mi sentivo che potevo fare qualcosa, ma non ho potuto fare niente e nel film questo si vede. È nato da questo senso di colpa, questo malessere, questo dolore che mi sono portato avanti negli anni.

Fino a quando sei riuscito a mettere nero su bianco la tua storia

"Quando uscì il libro “Gomorra” di Saviano, si è creata nelle persone l'idea come se quelli di Casal di Principe fossero tutti criminali. Questa è stata la spinta per raccontare veramente quel periodo: non necessariamente chi subiva queste cose era un criminale. Quanti stavano per strada e sono rimasti uccisi? Io ho avuto la fortuna di poter raccontare questa storia grazie al mio lavoro e devo dire anche grazie a Paolo Zanuttini e a Minimum Fax perché, quando andammo a proporre la storia, loro hanno subito aderito.


Il regista Bruno Oliviero ha portato la sua esperienza di documentarista nella realizzazione e nel tagli del film.Quanto vi siete staccati dalla realtà? Deve essere complesso raccontare una storia dove il protagonista è così coinvolto, in quanto produttore del film.


"All'inizio mi ha fatto paura - dice il regista - ma, avendo fatto molti documentari, il rapporto fra personaggio e persone vere è qualcosa che conosco, quindi avevo i mezzi per gestirla. Il film è stato scritto da Maurizio Braucci e Massimiliano Virgilio ed è stato fatto in una modalità non usuale per cinema italiano: degli sceneggiatori e un regista, che hanno lavorato a fondo lì sul posto, durante la preparazione".

Una preparazione lunga fatta anche con gli attori

"Abbiamo fatto una preparazione, grazie ai produttori, lunghissima, è durata quasi 5 mesi. Questo ci ha dato la possibilità di scendere nella realtà di Casal di Principe sempre di più e aggiungere elementi che venivano dall'antropologia del luogo. Gli elementi che sono nel film sono quasi tutti reali. Ci sono piccole variazioni, per esigenze drammaturgiche, ma tutto quello che raccontiamo nel film è accaduto. Con gli attori siamo riusciti a fare molte prove e addirittura tre volte tutto il film di seguito, come fosse uno spettacolo teatrale. Questo ci ha aiutati molto".

01/09/2017, 17:29

Stefano Amadio