BLINDLY DANCING - Il ballo, comunque
Una calda e sensuale voce di donna, fuori campo per tutto il corto, racconta in prima persona la vita di Elena introducendoci direttamente nel suo cuore, nei suoi pensieri. Elena è prima di tutto una donna ed una ballerina, che ha rigettato la neutrale categorizzazione di disabile, avendo perso la vista piccolissima per un tumore alla retina. Ha scelto di essere padrona della sua disabilità, di imporre e valorizzare con grinta la propria femminilità e sensualità, con il desiderio di condurre l’attenzione dell’altro oltre il suo difetto.
Lo spettatore viene accompagnato nella scoperta della storia di Elena attraverso la visione di immagini sfuocate, molto luminose e dai contorni rarefatti, che riportano lo sguardo della protagonista, alternate a momenti di distacco in cui la macchina da presa ci mostra con occhi esterni la padronanza e la cura che Elena ha del suo corpo.
La regia di
Fabio Palmieri conduce la nostra attenzione oltre gli occhi della donna, la macchina da presa si posa sempre in maniera sfuggente, così da renderlo un elemento trascurabile. Concentra invece le inquadrature sul suo corpo in movimento che danza e che si affida all’ignoto.
Blindly Dancing è una testimonianza a cuore aperto di chi ha scoperto nella propria disabilità un’identità forte e unica, di chi dall’aver paura degli specchi in cui l’immagine si riflette priva di connotazioni, ora li cerca per proiettarci dentro ciò che noi scegliamo di voler trovare e vedere.
02/12/2017, 10:10
Chiara Preziosa