TRIESTE SCIENCE+FICTION 17 - LUCID DREAM
Il cortometraggio "
Lucid Dream", diretto da
Davide Bastolla, tratta del viaggio introspettivo che una donna, dopo esser probabilmente svenuta, intraprende all’interno del proprio subconscio. In un clima fantascientifico e che a tratti si fa magico la donna si muove fra i meandri della mente. L’ambientazione è fredda, asettica e spuria di ogni dettaglio se non quelli necessari per dare forma al racconto. Più a fondo scava nella propria coscienza più la perversione si fa piacere, la paura si fa attrazione. Ogni emozione si confonde, i legittimi desideri ed i sogni proibiti si intersecano e si fondono. Quella della donna è una corsa affannosa alla ricerca del proprio sé. I giochi di luce, i colori, le immagini, tutto mira a tratteggiare l’ambiguità, l’incertezza e i segreti che caratterizzano la nostra psiche.
Il messaggio che il film vuole comunicare non è chiaro, almeno ad una prima visione. Le ovvie difficoltà nel rappresentare l’interiorità umana fa sì che sia complesso raffigurarla attraverso delle immagini. L’assenza di dialoghi, che è funzionale all’atmosfera a cui il regista vuole dar vita, di certo non aiuta a decifrare il significato della pellicola. Tuttavia, la stessa mente umana non è facile da decodificare. La donna protagonista della pellicola e il suo agire non sono nient’altro che la rappresentazione di ciò che quotidianamente e continuatamente noi esseri umani facciamo, senza mai averne davvero piena cognizione: una ricerca costante di noi stessi e del nostro vero essere.
Gabriele Nunziati04/11/2017, 17:46