Note di regia di "Lorello e Brunello"
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Lorello e Brunello" è un film sul lavoro, la terra, le stagioni. Il caldo, la siccità, la notte. Il tempo. La solitudine. In piedi ben prima dell’alba, perché lavorare così tanto? Volevo capire come vivono queste persone che lavorano e basta, senza la minima gratificazione, senza mai una gioia. Volevo vivere con loro per capire. Capire le regole della campagna, dell’allevamento, delle semine, dei raccolti. Come affrontare le tre ore quotidiane della mungitura in un frastuono di mammelle e sterco? Cosa si pensa quando si passa la notte su un trattore in un campo al buio, soli nella polvere? Pensavo che la radio potesse essere di compagnia, invece di sottofondo c’è solo rumore, e non ci si può distrarre neanche un momento perché se si prende un sasso si rompe tutto.
Questo è anche il racconto di un assedio. Abbiamo davanti agli occhi l’immagine di due contadini, lavoratori ma soprattutto esseri umani, che smettono di essere ciò che sono, ovvero attori di una propria cultura economica in continuo rapporto con l’ecosistema, nel momento in cui diventano solo produttori di merci e vengono assediati dal grande mercato globale. Insieme a loro è sotto assedio l’esistenza dell’intera dimensione di vita e di economia contadina. Il pericolo, quello contro cui continuano a lottare, non è solo il fallimento economico, è lo sgretolamento della loro stessa identità ed è a quest’atto di resistenza che ho voluto dare corpo e voce. Lorello e Brunello non venderebbero mai la loro terra, la lavorano e vogliono continuare a farlo. Ma è la percezione del mondo visto dal piccolo podere che mi interessa, come se Lorello e Brunello fossero degli argonauti sopravvissuti allo spopolamento delle campagne, a un mondo ribaltato.
Jacopo Quadri