TFF35 - VENTO DI SOAVE, non proprio il futuro immaginato
Nel 1964 il documentario "Quattro volte Brindisi" prodotto dalla Montecatini, mostrava la nascita di uno stabilimento petrolchimico che prometteva negli anni di cambiare irrimediabilmente le vite dei brindisini. A distanza di più di cinquant'anni le promesse di cambiamento sono state rispettate. Ma non sempre il cambiamento è positivo.
In concorso nella sezione Italiana.Doc della 35a edizione del Torino Film Festival, "
Vento di Soave" di Corrado Punzi mostra come due grandi colonne dell'industria siderurgica, il petrolchimico Eni e la centrale a carbone Enel, siano divenute agli occhi degli abitanti pugliesi due spaventosi mostri portatori di disgrazie.
Quel tanto auspicato "vento di cambiamento", dopo aver portato posti di lavoro e una stabilità economica, da anni ormai è carico di qualcosa di molto più pesante, le polveri di carbone e i metalli che stanno minando le colture, la fauna e le stesse vite umane.
In un luogo che per decenni ha vissuto di ciò che la natura offriva, i pesci sono ormai vittime di malformazioni, le lumache iniziano a scarseggiare e l'acqua è sempre più nera.
E mentre la politica promette di trasformare Brindisi nella città migliore al mondo, e i responsabili d'azienda parlano alle classi in visita di futuro, qualcun altro si chiede se il futuro potrà davvero vederlo, vittima com'è di tumori e malattie.
Tanti i punti di vista offerti da Punzi, che realizza un documentario solido e ben diretto, che ha il pregio di scavare a fondo in una drammatica questione sociale.
01/12/2017, 07:11
Antonio Capellupo