IL CLUB DEI 27 - Dal 26 febbraio in tour per i cinema italiani
Mateo Zoni torna sul grande schermo con "
Il Club dei 27", il nuovo film che segue "
Ulidi piccola mia", uno dei debutti più originali degli ultimi anni, nel suo abbattere i confini tra film documentario e fiction. E "
Il Club dei 27" continua la ricerca, a partire dal soggetto del film: il mito di Giuseppe Verdi, e del Paese del Melodramma, l’Italia.
Ma quello di Zoni è un Verdi rubato alla solennità, ai busti e alle celebrazioni, per portarlo nell’Italia di oggi, a spasso nelle sue terre tra Parma e Piacenza, a portata di nativi digitali.
A restituirne il mito, il sogno, la visionarietà, il romanticismo e l’orgoglio, è un ragazzino di appena 14 anni, Giacomo, che ha un sogno: entrare nell’esclusivo "
Club dei 27", un’associazione dedita alla conservazione del culto per il Maestro. Una cerchia strettissima, composta da soli 27 uomini, tanti quanti le opere composte da Verdi. Signori che si presentano così: ‘Piacere Traviata, piacere Rigoletto, Aida, Messa da Requiem…’. Giacomo è troppo piccolo per poter entrare a far parte del Club, il suo sogno è inammissibile. Ma a parte l’età, ha i numeri e la tenacia per non smettere di sognarlo…
Con una storia e un protagonista ‘realmente incredibili’, Zoni ci fa capire perché ancora oggi Verdi sia l’autore d’Opera più rappresentato al Mondo, perché nel pianeta almeno due volte al giorno vada in scena una Traviata, perché Verdi sia un motivo di orgoglio per ogni italiano, e perché certe storie non smettono di appassionarci e farci sognare a occhi aperti.
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Il Club dei 27" inizia un tour nelle sale da Lunedì 26 febbraio, a Milano (cinema Anteo), e toccherà tante città ‘d’opera’: da Torino e Roma a Parma e Reggio Emilia, Bologna (dove partecipa al Festival ‘Visioni italiane’), Genova, Firenze e tanti altri centri, lungo tutto il mese di marzo. Prodotto da Kobalt Entertainment, Malìa e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Cinema e con il sostegno di SIAE e del Comune di Parma, il film è dipinto dalla fotografia di Daniele Ciprì, montato da Andrea Maguolo ("
Lo chiamavano Jeeg Robot"), con una serie di preziosi filmati dell’Archivio Luce su episodi mitici o buffi della lirica del ‘900, e, naturalmente, una colonna sonora da sogno, firmata dal Cigno di Busseto. Sorprendenti i giovanissimi protagonisti, su tutti il protagonista melomane Giacomo Anelli (in)credibile nei panni di se stesso, come in quelli di Giuseppe Verdi.
21/02/2018, 16:28