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ANCHE SENZA DI TE - I mille dubbi di Sara


La vita di una ragazza di fronte alle scelte della vita. Una commedia sentimentale, opera prima di Francesco Bonelli, che prova utilizzare molti ingredienti per creare il giusto interesse. Con Myriam Catania, Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore nei ruoli principali e una serie di caratteri interessanti. Al cinema dall'8 marzo con Sun Film Group


ANCHE SENZA DI TE - I mille dubbi di Sara
Myriam Catania e Matteo Branciamore
Prima regia di Francesco Bonelli, dopo sceneggiature, auto regia, interpretazioni e tanto cinema alle spalle a cominciare dal 1980 quando fu protagonista di "Voltati Eugenio" di Luigi Comencini, a soli 12 anni.

In "Anche senza di Te", Bonelli (con i co-autori Valentina Mezzacappa, e Claudio Dedola) mette molte cose, tanti argomenti e situazioni, dialoghi e personaggi per cercare di creare un prodotto ricco e sostanzialmente differente dalle commedie sentimentali italiane contemporanee.
In questo che sembra essere un grande racconto, la linea principale è scritta sulla protagonista Sara, Myriam Catania, insegnante elementare che vive con i mille dubbi della sua età: matrimonio, stabilità, realizzazione nel lavoro, felicità, attacchi di panico. Intorno a lei si muovono gli altri personaggi che entrano ed escono dalla sua vita creando situazioni che nascono e crescono, e qui cominciano i problemi, senza troppo lasciare il segno nella storia.

Il limite di "Anche senza di Te" infatti arriva proprio dalla troppa carne al fuoco che finisce per essere mal gestita e sicuramente poco approfondita, lasciando il film su un piano che è difficile riconoscere. L’argomento sociale sull’insegnamento e la scuola è appena accennato e scompare dietro alle pulsioni sentimentali di Sara che scompaiono a loro volta dietro agli incontri con la psicologa, personaggio utile a farle dire a voce alta i suoi pensieri e a ricevere risposte scomode che ogni spettatore avrebbe voglia di darle.

Malgrado gli interpreti ce la mettano tutta per far vivere i loro personaggi, Nicolas Vaporidis e Matteo Branciamore in testa, i dialoghi e le scene, girate spesso con un’unica inquadratura, non aiutano certo lo sviluppo del film. Myriam Catania si agita forse troppo e fa fatica a tirar fuori, malgrado l’aiuto della psicologa, il disagio che dovrebbe renderla interessante almeno fino al raggiungimento di una soluzione.

02/03/2018, 11:36

Stefano Amadio