Note di regia di "L'Arte del Fauno"
Facendo riferimento ai canoni del cinema documentario, la messa in scena è inconsueta. Lo spazio può assumere caratteristiche legate al sovradimensionamento e l’intensa e brillante luminosità in bianco e nero comprime il tempo, fino a creare un’omogeneità tra le varie parti del giorno, generando una paradossale dimensione spaziale agli occhi di chi guarda.
Seguendo uno stile fantastico ed allegorico l’inquadratura passa da una scelta per nulla complicata – dove la staticità dello strumento di ripresa è in tempo reale smentita dall’azione del personaggio che vive all’interno della stessa – a virtuosismi stilistici spesso accompagnati dal colore che acquistano a tratti evidenti proprietà drammaturgiche.
Accanto alle immagini procede il sonoro che – giocando sull’alternanza tra rumori e suoni, composizioni e voci – sviluppa quel sentimento tragicamente comico che le riprese in alta definizione, insieme a quelle che per taglio e stile sono il loro opposto, già suggeriscono.
Fabio Giovinazzo