Note di regia di "Quella Lama nel Bosco"
“
Quella Lama nel Bosco” si ispira fin dal suo titolo a un genere narrativo, tipico degli anni ’80, noto come Slasher, dove la sessualità era considerata un tabù, un gesto immorale che veniva punito con puntuale ironia, dove il peccato di carne risultava sempre nella dilaniazione della stessa.
Il mio film sposta il focus di queste maledizioni prettamente cinematografiche su una tematica Lgbt, suggerendo un parallelismo tra una certa concezione contemporanea della sessualità - purtroppo ancora non del tutto svincolata dai pregiudizi e dalla repressione – e la caccia alle streghe avvenuta durante il medioevo. Le donne che per secoli sono state ingiustamente accusate di stregoneria furono un capro espiatorio, un ammonimento e una spettacolarizzazione crudele delle pratiche oscurantiste, nonché della negazione e del disprezzo della libertà sessuale. Sono innumerevoli le vittime cadute sotto i colpi di queste armi purtroppo ancora attuali: l’ignoranza e l’omofobia.
Dal punto di vista formale ho voluto seguire lo stesso principio di contaminazione tra passato e presente, attribuendo alla narrazione (volutamente e ironicamente) ingenua dello slasher movie, un’estetica decisamente più moderna simile al found footage. A differenza di quest’ultimo, “
Quella Lama nel Bosco” è svincolato dalla necessità narrativa di una telecamera interna alla storia, ma il formato del cortometraggio mi ha tuttavia permesso di rimanere fedele a questo concept stilistico per tutta la durata del film.
antonio Padovani