LOCARNO 71 - MY HOME IN LIBYA, cercare i ricordi
"
Tutto arriva per chi sa aspettare": si può partire da questa frase, scritta su un souvenir appeso a un muro, per descrivere "
My Home, in Libya", documentario di
Martina Melilli, regista impegnata a raccontare una storia di famiglia, ripercorrendo le vicende del padre Antonio, uno dei 20.000 italiani costretti ad abbandonare la Libia nel 1969, in seguito al colpo di stato di Gheddafi.
Un percorso che intreccia i ricordi e le emozioni vissute, la ricerca di un ritorno, la voglia (complessa, soffocata, impervia) di trovare un contatto con la Libia odierna. Foto, immagini, filmati, oggetti, nuovi amici: tutto compone il viaggio, tutto può servire per "ritrovare" pezzi di vita vissuta.
All'esperienza della famiglia Melilli in Libia si unisce il tentativo di Martina di tornare là, i contatti con Mahmoud, conosciuto attraverso internet e possibile chiave per ritrovare luoghi mai visti e però così familiari.
Le scelte stilistiche sono forti, nette, quasi estreme: parole fuori campo dei protagonisti e dei loro ricordi, inquadrature di spalle mentre scrutano foto e immagini dei luoghi della loro infanzia, note vocali, lunghi scambi di messaggi (riportati scritti sullo schermo, come se leggessimo direttamente i loro smartphone) tra Martina e Mahmoud.
Una storia privata che si intreccia con quella dei libri, un passato ancora presente che si scontra con il futuro (im)possibile di una nazione ancora oggi irraggiungibile.
03/08/2018, 18:00
Carlo Griseri