VENTO DEL NORD X - "Anche mia moglie mi chiama Terence"


Malgrado sia un nome d'arte Terence è ormai il modo con cui tutti lo chiamano e lo riconoscono. A Lampedusa Hill ha accompagnato il suo nuovo film da regista "Il mio nome è Thomas". Il ritorno al cinema e alla regia dopo tanti anni di impegni televisivi soprattutto con Don Matteo. Il rapporto con Bud Spencer e quello con un cinema che non è più lo stesso.


VENTO DEL NORD X -
Terence Hill a "Vento del Nord X"
Sempre sorridente, sempre disponibile. Dopo un viaggio avventura (i soliti ritardi...) in aereo da Roma arriva a Lampedusa in gran forma e pronto ad incontrare giornalisti e soprattutto il pubblico che ha assistito alla proiezione del suo nuovo film da regista (e protagonista maschile) "Il mio nome è Thomas". Un western contemporano dove un personaggio femminle riesce a scardinare le certezze del solitario cow boy in motocicletta facendogli capire il senso della vita.

Una festa con il grande pubblico in un'isola che ti stava aspettando per conoscerti dal vivo

"Non ero mai stato a Lampedusa - dice Terence Hill - e sono molto contento di essere venuto con il mio film. Mi hanno parlato tanto bene di questo festival e delle intenzioni degli organizzatori."

Il film parla di un personaggio alla Trinità, che ama vivere in solitudine ma al giorno d’oggi e che sembra alla ricerca di qualcosa senza avere rapporti con gli altri.

"Sì, tramite un altro personaggio, un personaggio femminile, Thomas cerca qualche cosa. Lei anche è una ragazza molto ferita è in cerca di qualcosa e tramite questo rapporto tra i due, alla fine, lui capisce che quello che cercava era nelle altre persone, non qualcosa al di fuori ma semplicemente in qualcun altro".

Un personaggio simile ma un film molto diverso dai tuoi classici

"È un film un po’ diverso da quelli che siete abituati a vedere con Bud Spencer, d’altra parte anche se Bud fosse ancora con me e con tutti noi, e magari c’è…, non si potrebbero più fare dei film in quella maniera perché erano altri tempi e adesso non è più possibile girare a lungo come facevamo allora".

Com'era stare sul set in quesgli anni?

"Noi ci divertivamo veramente e avevamo tutto il tempo per fare quelle scazzottate, ci mettevamo una settimana e se ne servivano due giravamo in due. Oggi se non la fai in tre ore non te la fanno fare… infatti prima di fare questo film ho detto guardate, questo film ha una piccola scazzottata ma deve durare almeno 5 munuti… si sono spaventati ma ho detto che altrimenti non avrei fatto il film. E alla fine ci sono riuscito. A parte questo, sono altri tempi e dunque ho preso una strada un po’ diversa."

Questa è la tua quarta regia, ci hai messo un po’ per arrivarci

"Era da tanto tempo che volevo tornare a fare un film. Ho comunciato a pensarci dieci anni fa ma non avevo il tempo perché giravo Don Matteo. Ho utilizzato parecchie fonti per la storia, una è il libro di Carlo Carretto con una scena che ho messo nel film, e poi c’è stato il desiderio di tornare nel mio vecchio ambiente del deserto western, in Almeria dove abbiamo girato gran parte del film. Poi volevo costruire un personaggio femminile che fosse un po’ epico, come diceva Sergio Leone, e quindi questi due personaggi principali sono più grandi di quello che potrebbero essere nella realtà. Queste tre cose messe insieme, l’idea di fare un viaggio, mi piace la motocicletta… e siamo arrivati a Thomas. "

Ti manca un compagno come Bud Spencer?

"Sì, mi manca, ma credo che sia sempre qui con noi. L’ho capito quando eravamo a scegliere la location in Almeria e proprio mentre eravamo sul luogo che vedete nel film, quando ancora non avevamo costruito le due case in legno, avevamo dei dubbi ma mi arriva una telefonata del figlio di Bud che mi dice che il papà se n’è andato. Nella tristezza ho capito che lui voleva segnalarmi che quello era il posto ideale dove ambientare il film. È sempre un po’ con me…"

01/08/2018, 11:12

Stefano Amadio