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LOCARNO 71 - SIBEL, la ragazza che fischiava


LOCARNO 71 - SIBEL, la ragazza che fischiava
Non sapevo che il fischiare fosse un linguaggio con tutte le sue caratteristiche. Invece lo è e se ne serve abilmente per “parlare” e comunicare l’espressiva venticinquenne Sibel, muta per una malattia infantile, protagonista del riuscito e pregnante film omonimo in concorso al Locarno Festival 2018 . Ben accolto dai media che ne hanno individuato e sottolineate le qualità per essere “pardato”. È stato apprezzato dal pubblico come opera ricca di valori umani e cinematografici ed è una coproduzione tra Francia, Germania, Lussemburgo e Turchia.

I registi , Çağla Zencirci, lei, Guillaume Giovanetti lui, che oltre ad essere una coppia nella vita dal 2004, lo sono anche nel lavoro con una diecina di corti e lungometraggi. A Locarno vi sono già stati e Sibel è il loro terzo lungometraggio. Il loro cammino cinematografico è segnato da una grande sensibilità civile e sociale. La giovane disabile, esempio di grande volitività e sensibilità, è interpretato con forza drammatica dall’attrice Damla Sönmez.

Sibel, vive in un piccolo villaggio isolato della costa del Mar Nero in Turchia unitamente ad una sorella più giovane e il padre vedovo che è anche sindaco della comunità. La sua esistenza non facile, in quanto è emarginata, la trascorre in gran parte nei campi e nei boschi intorno al paese alla ricerca di un fantomatico lupo esistente solo nelle dicerie del villaggio. Le altre donne la evitano e la scherniscono dicendo che porta iella. Nel bosco, mentre è a caccia del lupo con un vecchio fucile incontra un uomo ferito, un giovane fuggitivo, un disertore. È l’incontro di due diversi, di due emarginati.

La bella e sensibile Sibel aiuta il fuorilegge, lo cura e tra loro nasce anche un fugace amore. Il fatto conosciuto, scatena l’ira degli abitanti del villaggio. Il loro ostracismo si riversa anche sulla sorella minore di Sibel, che deve rinunciare al promesso sposo e deve lasciare il villaggio e su padre che viene screditato. La muta che continua ad esprimersi fischiando, anche se tutti gli altri le rispondono e la insultano con le parole, in quanto non sanno più utilizzare il fischio come mezzo di comunicazione, tiene testa agli affronti continuando a vivere sola con l’amicizia di una vecchia svanita che nel passato ha subito gli stessi torti e che lei visita quasi quotidianamente.

Sibel è un film che riesce ad interessare ed emozionare per mezzo di un linguaggio fatto di parole essenziali e di immagini accattivanti. La disabile Sibel è simbolo di donna forte, e ce ne sono tante, che nonostante i suoi limiti afferma la sua personalità in un’esistenza proibitiva.

05/08/2018, 17:59

Augusto Orsi