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EDERA FILM FESTIVAL I - I vincitori


EDERA FILM FESTIVAL I - I vincitori
Edera Film Festival
PREMIO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Miglior Cortometraggio

NIGHTSHADE di Shady El-Hamus (Paesi Bassi, 2018 – 14’ 30’’)
Motivazione: Compiuto, maturo, compatto. Il dramma piů che dei migranti č quello di un’infanzia negata. Assistiamo subito a decisioni chiare del regista su chi viva in prima persona il dramma oggetto del film, senza tuttavia essere didascalico. Il testo si allontana dalla cronaca trita delle migrazioni contemporanee ed indaga la crescita veloce ed inaspettata del bimbo protagonista. La sequenza: il momento di orinare fuori dal finestrino del furgone in corsa lascia presagire un colpo al bambino esposto pericolosamente. Sapientemente il regista fa schivare un incidente automobilistico al furgone cosicché il pubblico tira il fiato per poi strozzarsi un istante dopo che lo sbandamento ha fatto cadere dal mezzo, ed ucciso, un migrante. Il gioco di opposizioni e di scambi di ruoli viene raccontato fin dall’inizio del film, passando dall’innocenza del bambino alla sua neonata carriera di mercante di vite, da vittima a carnefice inconsapevole. Egli inizia a fare i conti con la vita, letteralmente nella conta dei passeggeri ed imparando a fare le moltiplicazioni su quanto hanno incassato lui e l’uomo alla guida con il trasporto umano. Lui che all’inizio del film dorme appoggiato al finestrino come un migrante.
Menzione Speciale
UOMO IN MARE di Emanuele Palamara (Italia, 2016 – 15’)
Motivazione: Per l’attenzione rivolta ad un tema delicato che riguarda sia lo Stato che il cittadino nel loro modo di agire, che viene qui trattato con speciale poetica.
STAKHANOV di Alex Scarpa (Italia, 2017 – 14’)
Motivazione: Tratta un tema universale come la ricerca della propria felicitŕ con una forma artistica personale dai richiami orwelliani.

PREMIO MIGLIOR DOCUMENTARIO
Miglior Documentario

THE LIVES OF MECCA di Stefano Etter (Svizzera, 2016 – 54’)
Motivazione: Per la capacitŕ nel saper raccontare una delle tante periferie globali contemporanee. Una storia che scopre tante storie, e che mescola con intelligenza e ironia anche gli angoli piů spigolosi dell’animo umano. Senza tralasciare fotografia, montaggio e scelta musicale.
Menzione Speciale
ADAPTATION di Manne (Armenia, 2017 – 21’ 17’’)
Motivazione: Un mosaico inedito di dettagli, particolari e ritratti nella cittŕ armena di Yerevan, supportato da un montaggio efficace e una fotografia che riporta alle atmosfere dei documentaristi dei primi del Novecento.
IKU MANIEVA di Isaac Ruiz Gastélum (Messico, 2017 – 7’ 30’’)
Motivazione: É difficile raccontare un territorio lacerato quotidianamente dalla violenza. “Iku Manieva” mostra sensibilitŕ poetica nel descrivere amore e natura, uomo e animale attraverso un particolare simbolismo sonoro e visivo.

PREMIO MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO
Miglior Lungometraggio
LA EDUCACIÓN DEL REY di Santiago Esteves (Argentina, 2017 – 95’)
Motivazione: Per la maturitŕ del suo linguaggio cinematografico con cui ha saputo far emergere le diverse sfumature dei singoli personaggi: ritmo del montaggio, fotografia, direzione degli attori sono di alto livello e completamente al servizio della storia, senza alcun compiacimento. Pur all’interno di un filone ricorrente, racconta con originalitŕ un confronto generazionale trasformando quello che poteva essere un film di genere in un vero e proprio romanzo di formazione.
Menzione Speciale
ESTIU 1993 di Carla Simón (Spagna, 2017 – 97’)
Motivazione: Per la delicatezza e la partecipazione con cui ha saputo raccontare una tema doloroso. La giuria ci tiene a sottolineare la grande capacitŕ da parte della regista nella direzione delle sue giovanissime protagoniste. Indimenticabile in questo senso il pianto finale liberatorio di Frida.

PREMI GIURIA DEL PUBBLICO
CORTOMETRAGGI

PICCOLE ITALIANE di Letizia Lamartire (Italia, 2017 – 18’)
DOCUMENTARI
THE LIVES OF MECCA di Stefano Etter (Svizzera, 2016 – 54’)
LUNGOMETRAGGI
LA TERRA DELL’ABBASTANZA di Damiano D’Innocenzo, Fabio D’Innocenzo (Italia, 2018 – 96’)

PREMIO SPECIALE “DONNE SI FA STORIA”
ESTIU 1993 di Carla Simón (Spagna, 2017 – 97’)
Motivazione: Per il Premio “Donne si fa storia” ho scelto ‘Estiu 1993’ (Éstate 1993’) di Carla Simón perché rende in maniera autentica una storia di dolore e di perdita, e per l’abilitŕ della regista nel raccontarci un trauma infantile senza cedere a stereotipi o sentimentalismi. Carla Simón narra con molta grazia il suo percorso d’infanzia dopo la tragica morte della madre. La storia si dispiega abilmente attraverso il silenzio dei sentimenti e il ‘non detto’ di una bambina che cerca di elaborare l’intensitŕ e l’impeto del suo dolore nonostante non riesca a tradurre in parole quanto sta accadendo in lei, e attorno a lei. Č con naturalezza sincera e palpabile che il film ci rende partecipi del sentimento della piccola Frida, quello di una incomprensibile e drammatica perdita. L’arco emotivo del film si disvela gradualmente man mano che Frida va elaborando il suo stato interno, inesprimibile a parole. La narrazione visiva di Carla Simón si manifesta attraverso una serie di scene che seguono non tanto un copione giŕ previsto, quanto l’esplorazione del mondo che la protagonista compie momento per momento. Noi, con lei, veniamo coinvolti, un poco alla volta ma completamente, nell’intensitŕ di un percorso che culmina in una imperiosa e catartica affermazione di vita, che solo una storia ben costruita riesce a comunicare. Il climax filmico coincide armoniosamente con il picco emozionale. ‘Estiu 1993’ č un toccante e intimo resoconto del processo di elaborazione. L’impossibilita della piccola Frida di articolare a parole ciň che le sta accadendo internamente, insieme alla bravura dell’autrice (Frida adulta) nel tradurre la sua esperienza con originale creativitŕ, ci offre un film raro e prezioso che č un dono per noi tutti.

08/08/2018, 08:11

Simone Pinchiorri