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Note di regia di "Achille Tarallo"


Note di regia di
…insomma, finalmente preparo una Commedia, Achille Tarallo.
Sono incuriosito, divertito ma, anche un po’ preoccupato, perché è la prima volta che faccio una Commedia. Nonostante io sia stato e lo sia tuttora un accanito e, diciamo, affezionato lettore e ammiratore di questo genere di drammaturgia e, ritengo proprio un “Commediografo” Woody Allen, uno dei miei maestri “assoluti” a cui vorrei copiare almeno (ah!..) 7, 8 film. Scrittura compresa sia ben chiaro. 
La mia storia, invece, si svolge (guarda un po’...) a Napoli, in uno dei nuovi quartieri popolari, che un po’ conosco.  
La scrivo e Genni dice, facciamola leggere a Luciano. 
Luciano  la legge e dice, mi piace proviamo a farla…qual’è la prima mossa?
La prime mossa, la PRIMA…è quella di cercare il protagonista, è evidente. Un attore (che grazia questa città!), a cui affidare il ruolo del titolo, Achille Tarallo. 
Significa affidargli il film, è chiaro no?
Eccoci dunque, io e gli altri a cui si aggiunge Carol….a fare ipotesi, teorie, possibilità, supposizioni, proposte… e poi nomi, incontri, telefonate, provini…fino a che…
Fino a che, una mattina, in un bar di piazza Vanvitelli al Vomero, mentre prendo il caffè…vedo Biagioizzo che pure lui, là dove il bancone fa una curva, prende il caffè!…Sò chi è Biagioizzo (tutti a Napoli sanno chi è..)…allora un poco me lo studio da lontano senza dare nell’occhio…
Lui beve il caffè…intanto ha estratto il cellulare e parla parla…insomma, per non farla lunga, piglio e lo saluto. Ciao, gli dico…lui…lui mi guarda, smette di telefonare e mi guarda. Ci sorridiamo (chissà perché..) e all’unisono ci veniamo incontro. A metà strada ci stringiamo la mano. Io dico, vogliamo fare un film insieme? Lui dice, si, di che si tratta? Ci sediamo a un tavolino sotto le finestre lato via Bernini, ordiniamo ancora due caffè e…gli racconto…Bene, fa lui, ma c’è un piccolo particolare..: non so’ cantare!…Io rido e gli dico che un attore bravo, canta anche quando parla, anche quando si piglia il caffè…Ride anche lui e mi dice, se tu pensi questo…(allarga le braccia) mi rimetto a te e mi tende la mano. Ce le stringiamo per la seconda volta, allegri. Un altro piccolo particolare, dice lui, e che non ho neanche mai 1 volta guidato un pullman grosso come quelli dell’ANM…! Bèh, quello dovresti impararlo subito, faccio io. L’ANM ci mette a disposizione un BUS, completo di istruttore di guida. Siamo tutti meravigliati da quanto Izzo apprenda velocissimamente a muoversi col bisonte, anche nel delirio del traffico.  Possiamo
cominciare, quindi. Eccoci dentro!
Oltre che alla troupe di fiducia, sono circondato dalla grazia degli attori napoletani… che attori o non attori… so’ tutti attori!…
C’è anche Tony Tammaro!… Avete capito chi è Tony Tammaro no?… I’amatissimo menestrello di iperbolici falliti proletari sfigati, che se la credono… 
S’è aggiunto pure un meraviglioso raccont’attore “romano”, ma non della Roma di Paolo con le settebellezze… ma di quella perdente e coatta, delle periferie: Ascanio Celestini.
Adesso mò io, io… a questo punto… che intenzioni avrei… ho?… Gianluca il direttore della fotografia mi chiede se deve fornirsi di carrello, dolly, e che tipo luci dovrà ordinare.
No no, gli dico, niente carrelli, dolly e compagnia bella, tutto a mano (a spalla!) e, niente luci… piccole cose… Però, ho bisogno di una fotografia smagliante… smaltata… luminosa… allegra… chiassosa. 
Tutto questo mentre Annamaria cerca, con Sara, gli ambienti (adesso le chiamano lochèscion), disegna le “scenografie” da far costruire… e Francesca confeziona le giacche, le camice, le cravatte, i leggings e disegna le magliette per Monica, la fantastica Assante, mogliéra di Achille… ecc, ecc…

Poi le canzoni. 
Per quelle sto’ “in mano all’hàrt”… come si dice, avendo già il Tammaro, “in sé stesso” lo spirito delle canzoni che servono al film. Canzoni “scapocchiòne”… un po’ surreali  e frizzanti, com’è la sbandata, paradossale, scombinata, caotica ma, allegra vita di questa città. “A vienetènne” amiamo dire noi…
Il film, dico poi a Giògiò a Pibo (Diego), deve scorrere come una musica… fluido… che quando lo vedi, ti alzi a ballare anche tu, insieme a lui. Tra una scena e l’altra, mai si deve interrompere questo fluire…
Tutto in questo film, deve avere la “sua” musica. E’ indispensabile. E non ho detto musicalità, ho detto proprio “musica”! A cominciare dalla macchina da presa… alla recitazione, dalla “musica” stessa, alle voci, in campo e off, le pause, i rumori. Ecco, quelli… avranno l’importante compito di  “raccontare” le cose che non arriveremo a vedere. I cosiddetti fuori campo, perché il film non finisce al bordo del fotogramma! Bene.  Possiamo cominciare? Cominciamo, “ciak in campo”!
…salutandovi “indistintamente”.

Antonio Capuano (oh, mio Principe!)