IL SORPASSO - Quando l'Italia si mise a correre, 1946-1961
Il passaggio dalla devastazione della guerra al boom economico degli anni ’60. La mostra fotografica Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre. 1946 -1961 racconta attraverso 160 fotografie, videoinstallazioni e documentari i 15 anni durante i quali il nostro paese si avviò verso la modernità.
Presente al
Museo di Roma dal 12 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019 la mostra, curata da
Enrico Menduni e Gabriele d’Autilia, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta dall’Istituto Luce – Cinecittà e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Immagini provenienti dai fondi dell’archivio storico dell’Istituto Luce e dall’archivio Publifoto, firmate da autori di grande fama come
Tazio Secchiaroli e Cecilia Mangini ma anche foto anonime che raccontano la vita politica e privata italiana, la costruzione delle autostrade, delle infrastrutture, il cambiamento del paesaggio e del volto di un intero Paese tante volte raccontato al cinema e in tv. Il richiamo al film- icona Il sorpasso di Dino Risi rappresenta una metafora per raccontare il cambiamento repentino di un paese.
“Nel 1946 l’Italia era un paese distrutto, aveva ferite aperte dal punto di vista materiale ma anche morale, era diviso e si stava preparando alla Guerra Fredda – ha spiegato Enrico Menduni durante la preview stampa della mostra – ma la cosa straordinaria è che in questo contesto drammatico l’Italia comincia a correre, il boom comincia quasi subito. Questa mostra non è dedicata agli anziani, che conoscono benissimo la storia, ma è soprattutto dedicata ai giovani perché possono trovare in questa vicenda gli stimoli per capire che anche in una situazione di grande crisi si può uscire a testa alta e si può andare avanti”.
La mostra è suddivisa in dieci sezioni tematiche che rappresentano un “doppio sguardo” del nostro paese: quello ottimistico della ricostruzione e del boom economico e la visione critica soprattutto dei fotografi indipendenti che ne immortalano contraddizioni, difetti e finzioni. Una mostra antropologica in cui i soggetti principali sono gli italiani, come erano e come sono attraverso le loro idiosincrasie, passioni e miserie.
Caterina Sabato11/10/2018, 14:54