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TOHORROR 2018 - Intervista a SARA SOMETTI


La sceneggiatrice veneta ospite del festival per il suo primo film statunitense, "St. Agatha" di Darren Lynn Bousman


TOHORROR 2018 - Intervista a SARA SOMETTI
Seth Michaels e Sara Sometti al ToHorror 2018
Dal Veneto agli Stati Uniti, e ritorno: la storia di Sara Sometti è l'esempio di come per realizzare i propri sogni si debba a volte fare un giro molto ampio, ma se si hanno le idee chiare (e un po' di fortuna) diventa tutto possibile. Partita dal suo Veneto una dozzina d'anni fa, ha trovato l'amore e un partner lavorativo in Seth Michaels, ed ora è tornata in Italia, a Torino, per presentare il suo "St. Agatha" (diretto dal regista di "Saw" Darren Lynn Bousman) al ToHorror Film Fest. L'abbiamo incontrata al cinema Massimo a pochi minuti dalla proiezione.

Il film è ambientato negli ani '50, con una ragazza-madre accolta in un istituto gestito da un'inquietante Madre Superiora: da cosa nasce?

L'idea del film l'avevo da qualche tempo, lo abbiamo poi scritto in una settimana perché la storia era solida nella mia testa, trovare i giusti dialoghi non è stato complicato. Quando ero piccola sono andata all'asilo dalle suore, il mistero di questi personaggi vestiti in modo strano che fanno una vita per certi versi a noi sconosciuta mi ha colpita da subito.
C'era poi una soap opera che guardava mia madre, La donna del mistero, con il personaggio di una suora che cercava di uccidere la protagonista... la mia fantasia impazziva collegando quello che vedevo sullo schermo e le suore della mia scuola: da grande mi sono poi ricordata quelle sensazioni e ho scritto il mio film.

Dalla sceneggiatura al set, è cambiato qualcosa? E cosa?

La prima stesura, la prima versione del copione era molto più violenta, piena di sangue e di torture. Poi, dall'incontro con Bousman, abbiamo rivisto qualcosa: lui è diventato noto con "Saw" ma voleva discostarsi da quell'immaginario. Inoltre, da allora i gusti del pubblico sono cambiati, ora interessano di più i risvolti psicologici negli horror: ci siamo fidati del suo parere e abbiamo riscritto il film come è ora.

L'horror è il tuo genere preferito.

Sì, sono una grande fan del genere, in tutte le sue varianti, tutte le sue sfumature: è anche uno dei generi più divertenti da produrre e da realizzare. E poi il pubblico è davvero fantastico, abbiamo girato il mondo con "St. Agatha" ed è stato sempre molto attento, molto presente.

Come sei arrivata negli Stati Uniti?

Ho iniziato in Italia come attrice, facevo teatro. Poi nel 2006 volevo fare il salto al cinema e trasferirmi a Roma: mi sono però capitate diverse occasioni di andare a Los Angeles, finché è arrivata quella giusta e ho detto: "Vado!".
Seth, che è il mio partner nella vita e nel lavoro, mi ha aiutata nel passaggio. Lui è attore e anche produttore: io ho pian piano abbandonato la parte davanti alla macchina da presa per passare dietro... "St. Agatha" è il nostro primo lungometraggio, abbiamo fatto diversi corti di "prova" prima per testarci finché non ci siamo sentiti pronti per questo progetto.

E ora su cosa state lavorando?

(Risponde Seth) Io sto lavorando a un grosso film a Roma, una grande produzione di fantascienza, ma abbiamo una lunga lista di progetti che vogliamo realizzare insieme!
(Sara) Il nostro progetto a lungo termine è quello di continuare a produrre con fondi statunitensi ma girando in Italia, paese che conosco bene (e che entrambi amiamo!), che ha professionisti eccezionali e ottimo cibo! Con attori e star statunitensi, ma cercando di portare il business da là a qua. Non sarà semplice, non sarà immediato, ma l'obiettivo è questo.

13/10/2018, 10:47

Carlo Griseri