CONCORSO NAZIONALE "ROBERTO GAVIOLI" 11 - Otto documentari finalisti
La macchina da presa guarda con dura lucidità la realtà del quotidiano e il suo divenire per raccontare il mondo del lavoro, essa stessa diventa lo strumento previlegiato per capire dove stiamo andando e come la nostra società sta trasformandosi.
Lo conferma il numero record degli iscritti a quest’ultima edizione del
Concorso Roberto Gavioli, con ben 42 registi in gara. L’alta qualità delle opere ha messo a dura prova il lavoro della giuria, composta da Gian Piero Brunetta (presidente), René Capovin, Nino Dolfo, Ruggero Eugeni, Gian Luca Farinelli, Giacomo Gatti, Alessandro Lombardo, Franco Piavoli, Pier Paolo Poggio, Sergio Toffetti, Flavio Vida, Rocco Vitale. Segretario Lorenzo Apolli.
Il verdetto finale emergerà dal confronto serrato, sul piano dei contenuti e di merito tecnico-stilistico tra questi 8 finalisti:
1. Aperti al pubblico (2017), Silvia Bellotti;
2. Beautiful Things (2017), Giorgio Ferrero;
3. Blu (2018), Massimo D’Anolfi e Martina Parenti;
4. Fondata sul lavoro (2018), Agnese Cornelio;
5. In questo mondo (2018), Anna Kauber;
6. La Gente Resta (2015), Maria Tilli;
7. Sagre Balere (2017), Alessandro Stevanon;
8. The Stone River (2013), Giovanni Donfrancesco.
Il documentario vincitore, a cui andrà il primo premio di 1.500 euro, grazie al sostegno di Fondazione AIFOS, sarà festeggiato martedì 27 novembre, alle 16.30, nella sala della Gloria dell’Università Cattolica di Brescia.
Dalla prima edizione di questo appuntamento annuale, dedicato interamente al mondo del lavoro, sono passati undici anni e molti cambiamenti sono avvenuti.
È cresciuta la presenza femminile nel cinema del reale; sempre più donne stanno lasciando un segno, così come accade nelle scienze e nello sport, e lo fanno a modo loro, privilegiando la sfera emotiva e un linguaggio introspettivo.
Dopo la grande crisi finanziaria ed economica il mercato del lavoro ha attraversato molte turbolenze, alcune professioni sono sparite, altre invece sono nate tra limitate opportunità e poche garanzie.
I documentari hanno scandito passo dopo passo questa trasformazione, collocata in un più ampio processo economico-sociale.
Al centro dell’obiettivo la lotta per i diritti dei lavoratori, la ricerca di lavori sicuri e l’ubiquità difficile da fronteggiare dell’inquinamento ambientale. Nel contempo emerge la resilienza della natura e la capacità dell’individuo ad adattarsi al cambiamento e inventarsi una nuova via di uscita, anche se il più delle volte si tratta di percorsi in salita e senza solide certezze per il futuro.
Tra i partner del concorso l’Università Cattolica di Brescia, la Fondazione Luigi Micheletti, la Fondazione ASM, la Cineteca di Bologna, l’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane (AICI) e la Banca Santa Giulia.
Tutti i film entreranno a far parte dell'archivio del musil – Museo dell’Industria e del Lavoro e potranno essere utilizzati a fini didattici o di divulgazione storica nell'ambito dell'attività del museo.
23/11/2018, 12:21