TFF36 - Nanni Moretti e l'impegno di un'Italia diversa
Nanni Moretti, il Cile, gli anni 70. Un documentario sul colpo di Stato a Santiago ma soprattutto qualcosa che mostra come all’epoca l’impegno e l’interesse degli italiani non si limitava soltanto agli affari propri.
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Santiago, Italia" parte mostrando brevemente la situazione politica in Cile dall’elezione di Allende, con un paese pieno di speranza per le riforme e le iniziative popolari del nuovo Presidente che suscitavano le ire dei potenti interni, come i proprietari delle fabbriche e delle terre, ed esterni come gli USA, che si videro nazionalizzare senza alcun indennizzo le ricchissime miniere di rame, mobilitando Cia e Servizi vari.
Poi il
Golpe di Pinochet, duro, crudele e spietato. Rastrellamenti, sequestri, torture e omicidi per annientare ogni forma di attività politica dissidente. E proprio a quel punto, quando la paura e il panico presero alla gola i cittadini cileni che il rapporto con l’Italia divenne forte ed indispensabile.
L’
Ambasciata italiana a Santiago rimase l’ultima ad accogliere chi voleva scappare dal paese. Moretti inanella i racconti di chi saltò il muro di cinta e rimase a lungo dentro alla sede diplomatica italiana in attesa del visto e, una volta giunto in Italia, trovò un lavoro, una nuova vita e la solidarietà di tutto un popolo, interessato alle vicende cilene in modo che i cileni stessi trovarono stupefacente.
Nanni Moretti indugia un po’ sulle lacrime degli intervistati, inevitabili per la particolare drammaticità dei racconti e per il pungente effetto che suscitano sui ricordi di chi allora visse, anche da semplice lettore, anche a migliaia di chilometri di distanza, il dramma di un popolo intero. Sorvolare con una dissolvenza sarebbe stato più elegante tanto insieme ai ricordi, l’emozione, ad esempio per il concerto-raduno al Palazzo dello Sport o per l’intervento di
Gian Maria Volonté in Piazza Santi Apostoli a Roma, sarebbe arrivata lo stesso.
30/11/2018, 12:09
Stefano Amadio