Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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L'ESTATE DI GINO - La bonta' del genere umano


Fabio Martina dirige un documentario che è il racconto di un prete la cui vita è dedicata ai giovani smarriti.


L'ESTATE DI GINO - La bonta' del genere umano
Se mettere in dubbio la bontà del genere umano talvolta non può che venirci spontaneo, scoprire la storia di Gino RInaldi vi solleverà da ogni incertezza e vi mostrerà la parte più bella dell’umanità.

L’estate di Gino, diretto da Fabio Martina, è il racconto di un prete che ha dedicato, non solo una stagione ma tutta la sua vita, all’obiettivo di ridare una speranza e un punto di riferimento da seguire a quei giovani che si sono smarriti.
Gino è un prete insolito per i canoni ecclesiastici, non è il tipico uomo di chiesa chiuso dentro le mura di un vecchio edificio e portavoce di un pensiero che non sembra rendersi conto del passare dei secoli. Ha scelto di attuare gli insegnamenti che la sua religione professa immergendosi nel mondo reale e dialogando con gli individui più problematici che lo popolano.

Il documentario ci racconta quindi delle vacanze che questi ragazzi, tutti ex-detenuti, spendono in Sardegna ospiti di Gino. Emerge così tutta la potenza del suo ruolo, che più che di un educatore assume i veri e propri tratti di un padre. Dai modi con cui li rimprovera a quelli con cui scherza con loro, si percepisce con chiarezza l’unicità del suo personaggio e dalle parole dei suoi “figli” si capisce l’importanza che lui ha per loro.

L’estate di Gino propone delle immagini molto suggestive che aiutano a dipingere l’atmosfera entro cui si situa questa casa vacanza. La bellezza di questi paesaggi sembra essere proprio ciò che serve a questi ragazzi per guardare il mondo da un’altra prospettiva. Se la scelta delle riprese è ottima, i dialoghi spesso risultano poco spontanei e un po’ costruiti, ma è ben comprensibile data l’emozione che questi giovani sicuramente provano nel mostrare la loro intimità davanti ad una telecamera.

La figura di Gino colpisce perché non fa della mera predica della religione cristiana il perno che muove la sua vita, sono infatti i valori che dalla sua fede ha appreso ma che poi ha fatto propri ed ha rielaborato in maniera personale a guidare la sua attività. Un prete che non è soltanto un prete, è un modello di vita che racchiude in sé principi, speranza, umanità.

05/12/2018, 08:34

Gabriele Nunziati