Note di regia di "Non ho Niente da Perdere"
Gli ultimi anni sono dominati da una ricerca spasmodica del benessere, del modo migliore per allungare la nostra vita e per rendere l‘ambiente che ci circonda il posto migliore dove vivere. Come ogni momento storico di evoluzione l’essere umano si muove per estremi. Da una parte quelli che non hanno altro interesse che il profitto e, dall’altra, quelli che fanno della lotta “naturista” uno scopo di vita, queste sono le due verità in cui si trova invischiata la nostra Camilla, anche lei, da parte sua, vive un male classico dei nostri tempi: l’ipocondria. Quella paura immaginaria di essere malata, di non poter sopravvivere.
Mondi che si incontrano e scontrano con l’esigenza di riscatto di Ettore, guardia del corpo che deve lottare per riaffermare il proprio nome e per riprendere sicurezza.
Per realizzare tutto questo avevamo bisogno di una dimora storica importante. Con un carattere aristocratico e che fosse isolata, lontana dalla città ma al tempo stesso parte integrante di un tessuto urbano.
In Villa Cimena abbiamo trovato il nostro set ideale, con le sue stanze preziose dove i nostri “terroristi vegani” possono tenere in ostaggio gli ospiti del matrimonio, con il suo tunnel segreto, il parco, le cantine, tutte parti fondamentali della nostra storia, con il suo giardino ed il bosco intorno, dove i nostri GIS cercheranno di portare tutti in salvo…
Fra terroristi vegani, industriali senza scrupoli e malattie più o meno reali, il film rappresenta uno scorcio di realtà più che mai attuale analizzando, in maniera ironica, tutte quelle esagerazioni che dominano il nostro tempo.
Ad arricchire il tutto, il nascere di un sentimento, l’unica cosa realmente capace di abbattere barriere mentali e paure ataviche.
Ettore e Camilla scopriranno nelle loro debolezze un mutuo soccorso che li avvicinerà, temprando il carattere di lei e ridando a lui il coraggio di riprendere in mano la propria vita.
Perché non importa quanto si creda in un ideale… l’amore sa smontare ogni convinzione, ogni fissazione … “PURCHÈ FINISCA BENE”.
Fabrizio Costa