Note di regia di "Rice to Love"
A me non piace lavorare da solo, in questi anni di professione ho sempre condiviso le mie esperienze con colleghi straordinari, ma questa volta ho deciso di partire in solitaria perché i luoghi e le situazioni che avrei affrontato sarebbero stati difficili da gestire e prevedere.
Non ho avuto molto tempo per preparare il viaggio e creare da qui una sorte di rete per i giusti contatti. Ma come un raggio di sole nel bel mezzo di una tempesta ho conosciuto l'associazione Moses onlus, che opera da anni nei territori birmani.
Mi sono affidato ai fondatori, Patrizia Saccaggi e Francesco Baietti e alla loro esperienza, che mi ha permesso di entrare con una certa sicurezza nei IDP camps del popolo Karen. Partendo da questa parte della Birmania, al confine con la Thailandia, ho cercato di introdurre, chi guarda il documentario, in una realtà quotidiana esasperata priva di diritti e di futuro. Tutta la nazione è sottoposta alle regole dettate dal potente esercizio, nonostante la presenza democratica della signora del Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.
Da est ad ovest le violenze non fanno distinzione e lo sanno bene purtroppo anche i Rohingya, contadini inseguiti e uccisi costretti a scappare dai propri campi e villaggi fino ai confini con il Bangladesh.
Promuovere sviluppo economico nel bel mezzo di un sistema profondamente ingiusto come quello del Myanmar non fa altro che esasperare e promuovere i conflitti. Ho preso come pretesto il riso, alimento universale e più consumato al mondo, per raccontare cosa sta succedendo in quella parte poco conosciuta dell’Asia.
Stefano Rogliatti