LUDOVICO TERSIGNI - Skam Italia: un quadro realistico della gioventù
A cosa è dovuto il successo di Skam Italia?
"A due fattori principali secondo me: il primo la qualità del prodotto. È stata fatta molta attenzione da parte del regista e della produzione di fornire un quadro più che mai realistico della gioventù, di creare un ritratto, non un modello. Il secondo fattore è sicuramente la modalità distributiva: sul sito si può vedere la clip nell’arco delle ventiquattro ore dall’uscita. Poi in seguito viene pubblicato l’intero episodio. Questa è una cosa interessante: come nelle serie degli anni ’80 e ‘90 si dà l’appuntamento allo spettatore che è una cosa che ora si è persa. In Skam c’è una dilatazione temporale reale: in due mesi, per esempio, succedono delle cose a piccoli passi. Quindi è anche un percorso che gli spettatori fanno insieme, si crea di nuovo un pubblico appassionato che può immaginare, ipotizzare, è questa la cosa bella di questa serie tv".
Essendo una serie, appunto, “interattiva” che riscontro hai avuto dai ragazzi che la seguono?
"Ho avuto una percezione molto positiva: ci sono gruppi di fan che hanno creato delle pagine e fanno delle cose molto carine, che fanno ridere. Ha avuto un buon successo anche messa in relazione agli altri adattamenti. Ho visto interamente quella norvegese e in parte quella francese: sono di un’altra matrice, c’è una diversa organizzazione e anche affinità tra gli attori. Ludovico Bessegato (regista delle prime due stagioni) è stato molto amichevole nelle spiegazioni, nel comunicare a noi ragazzi quale erano le emozioni riguardo le scene, alla serie nella sua totalità. Ma è stato anche severo e incisivo nelle indicazioni. Questo porta a una buona alchimia: tutti danno il meglio perché si è arrivati insieme alla condizione di sentirsi fluidi nella scena ma molto preparati. E questo porta a una recitazione molto naturale".
Infatti una delle caratteristiche più apprezzate di Skam Italia è la veridicità delle storie nelle quali tutti si possono ritrovare, dagli adolescenti di oggi a chi lo è stato un bel po’ di anni fa. Hai attinto ai tuoi ricordi del liceo per interpretare Giovanni?
"Sì. Questa cosa si può fare nei limiti del possibile però effettivamente ci sono degli eventi che non possono non succedere, per esempio la ragazza che ti lascia, ci siamo passati tutti. Ho cercato di ispirarmi a dei personaggi che mi avevano fatto bene quando stavo al liceo, dei personaggi che ti esaltano, che ti scuotono. Giovanni l’ho sempre interpretato come “un buon consiglio”: come se fosse quella vocina dentro la tua testa che non ascolti mai ma dovresti".
La terza stagione, diretta da Ludovico Di Martino, sarà incentrata su Eleonora ed Edoardo, puoi anticiparci qualcosa?
"Posso solo dire che, come in ogni romanzo di formazione, ci sarà un’evoluzione delle storie d’amore".
Che serie tv stai guardando in questo momento?
"Adesso ti apro una piccola parentesi da bacchettone. Ho letto un libro molto bello di Gabriele Pedullà che si chiama “In piena luce” del 2008. Parla dell’evoluzione che c’è stata a livello tecnico nel cinema e parla anche delle conseguenze che ha avuto sui prodotti cinematografici e di conseguenza anche sugli spettatori. Lui fa il paragone tra le uscite al cinema e la fruizione che se ne fa adesso del singolo che sul divano può guardare il film da solo. Questa modificazione ha portato anche a un’opera diversa: prima era pubblica nel senso che in sala tutti guardavano la stessa cosa e poi se ne parlava, era un rituale l’uscita al cinema, come un evento sportivo. Ora, invece, ci si mette di fronte al computer da soli e non c’è più la discussione. Non vorrei che per il pubblico i film diventassero solo una mera fruizione. Ci stiamo disabituando all’opera lunga. Io però voglio sapere cosa è successo prima e credo nell’epoca d’oro del cinema americano, nel cinema italiano di nicchia, nel cinema di culto internazionale che uno deve andarsi a cercare, preferisco vedere questo ora".
Oltre alla terza stagione di Skam Italia quali sono i progetti futuri in cui ti vedremo?
"Non ho niente in cantiere in questo momento, sto aspettando risposte da alcuni provini che ho fatto".
Che genere di film ti piacerebbe interpretare o con quale regista vorresti lavorare?
"Registi non lo so mai perché poi quando ci lavori li scopri veramente. Però mi piacerebbe tanto lavorare con
Valerio Mastandrea, è uno dei miei attori preferiti italiani".
21/01/2019, 10:00
Caterina Sabato