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BEO - Un Secolo di vita e di racconti


Il documentario di Stefano Viali e Francesca Pirani racconta l'oggi di un uomo, classe 1920, che ha vissuto la storia recente del nostro paese


BEO - Un Secolo di vita e di racconti
Mauro Baldacci, "Beo" nel doc di Viali e Pirani
"Beo", soprannome del partigiano Mauro Baldacci è oggi un tenero vecchietto che passeggiando insieme all'autrice, per le nebbiose e grigie campagne, ci racconta le sue vicende passate, come solo i nonni sanno fare. Vive sulle colline di Montefeltro, quinto di otto fratelli, abituato sin da piccolo al lavoro nei campi e alle fatiche della terra, viene arruolato nell'esercito e prende parte alla guerra italo-greca del 1939, spedito sia in Albania sia in Grecia, ci racconta episodi terribili di poveri soldati giovani come lui, morti congelati per mancanza di adeguate coperture e cibo.

Tornato in Italia passa dalla parte della resistenza partigiana e vivendo sulla linea gotica, combatte contro i tedeschi e contro i fascisti, insieme al fratello Piero, intervistato anche lui, che con lucida memoria racconta episodi di guerriglia antifascista. La lunga intervista ci rende partecipi di un passato che rimane intatto nelle menti di chi l'ha vissuto in prima persona: la resistenza, gli episodi drammatici vissuti in tempo di guerra, il precario senso della dignità umana in tempo di guerra. Purtroppo questo passato italiano si sta perdendo.

Beo ci racconta anche della sua vita di oggi tra le sue api, i suoi cavalli, i suoi galli e la sua grigia campagna, donandoci pillole di sana saggezza contadina. Ci svela anche il suo bellissimo rapporto con la moglie, rapita in bicicletta e portata a casa sua (dopo quattro anni di fidanzamento) e che ama come il primo giorno, e ci racconta della loro vita di emigrati in Belgio, a Milano, Genova dove hanno fatto svariati lavori, ed hanno avuto a che fare con "i padroni".

Eletto anche segretario del Partito Comunista e del Sindacato, sfortunatamente non entra nei particolari per spiegarci la causa dell'andamento storico del partito, anzi, quando gli autori gli domandano se ha capito il motivo per cui hanno girato questo documentario, lui candidamente ammette di non averlo capito affatto... Il motivo lo trovano gli autori, ed è un motivo di coscienza, forse legato al tema della libertà che va risvegliato il più possibile nelle menti addormentate di oggi, un tema importante per mostrarci la storia da un'ottica di umanità e di valori perduti.

Esce al Cinema Farnese di Roma l’11 e il 12 marzo associato a due conferenze alle quali parteciperanno Francesca Schianchi (Giornalista de La Stampa) Flavio De Bernardinis (Studioso di storia del cinema e del teatro e insegnante di Storia del Cinema presso il Centro Sperimentale di Cinematografia), Michele Di Sivo (Archivista, Storico e docente universitario), Piernicola Di Muro (Musicista, compositore, produttore musicale, autore delle musiche originali di BEO), Simona Maggiorelli (Giornalista, Direttore Responsabile del settimanale Left), Checchino Antonini (Giornalista e scrittore), Nicola Moruzzi (Regista, montatore).

05/03/2019, 14:09

Silvia Amadio