Note di regia di "Tutte le Mie Notti"
Come ho fatto nel cortometraggio “Storia di Nessuno” e nel documentario “Centoquaranta – La strage dimenticata”, sono partito dagli elementi tipici del film di genere per cercare di raccontare uno spaccato del nostro paese. Così è nato Federico Vincenti, uno dei tanti imprenditori messi in ginocchio dalla crisi che ci colpisce. Una crisi che, nel suo caso, rivela la sua essenza più oscura, rendendolo capace di gettarsi, come uno sciacallo, su un cadavere, trasformando una sciagura in un’opportunità: salvare la sua azienda e quindi il suo status sociale. Firma così un patto con il diavolo e per portarlo a termine chiama Veronica, il suo avvocato, per convincere Sara ad accettarlo. Tutto nel corso di una notte.
Vincenti doveva essere al centro del mio racconto, ma mentre scrivevo, le vite di Sara e Veronica sono entrate prepotentemente nella storia. Le donne si spogliavano lentamente dalle maschere che gli avevo affidato. Pian piano Sara ha abbandonato i tratti tipici di una dark lady, per assumere quelli di una semplice ragazza. Veronica ha dismesso i severi abiti da avvocato e si è riappropriata della sua femminilità. Inevitabilmente mi sono trovato ad affidare il destino di questa notte nel loro inaspettato incontro e tutto ha cambiato prospettiva. All’intreccio narrativo, che si muove con i colpi di scena tipici del thriller, si uniscono le rivelazioni delle donne, apparentemente diverse ma che scoprono di condividere le stesse paure. Sarà proprio la loro insperata amicizia che le permetterà di uscire da questo incubo.
Manfredi Lucibello