Note di regia de "Il Complotto di Tirana"
Chiunque affronti “Il complotto di Tirana” non si può esimere dal porsi una domanda: Che cos’è l’arte?
Il documentario non vi darà alcuna risposta.
A dire il vero, ci ho provato, ma credo che sia un enigma indecifrabile. Ogni mia possibile risposta portava in sé una definizione, ma come definire qualcosa che è in costante evoluzione?
C’è però un’altra questione che ho affrontato mentre lavoravo a questo film:
Che cos’è il documentario?
In cerca di riposte ho aperto la Treccani: "
Con il termine documentario si intende, nell’uso comune, un film, di qualsiasi lunghezza, girato senza esplicite finalità di finzione, e perciò, in generale, senza una sceneggiatura che pianifichi le riprese, ma anzi con disponibilità verso gli accadimenti, e senza attori. Alla base del documentario c’è un rapporto ontologico con la realtà filmata, che si pretende restituita sullo schermo come si è manifestata davanti alla macchina da presa, senza mediazioni. Il film è il documento di tale realtà, la prova che le cose si sono svolte come risultano proiettate. Il cinema di finzione rappresenta invece una realtà mediata, manipolata dal regista per esprimere ciò che ha immaginato. È una realtà messa in scena. Nel d. la macchina da presa è al servizio della realtà che le sta di fronte; nel film di finzione la realtà viene rielaborata per la macchina da presa. In quest’ultimo il patto implicito dello spettatore con lo schermo è: “so bene che ciò che vedo rappresentato non è vero, benché verosimile, e tuttavia ci credo”; nel d. egli dirà piuttosto: “ciò che vedo è vero, e non solo verosimile, e per questo ci credo".
Ho scelto allora di abbandonare gli insegnamenti Maestri del cinema del reale, quelli che ho studiato al DAMS, ed affidarmi esclusivamente alle sagge parole della nostra più illustre enciclopedia. Il mio film sarà il documento della realtà, la prova che i fatti del “Complotto di Tirana” si sono svolti come risultano proiettati. La mia macchina da presa sarà al servizio della realtà. Non mi farò mediatore e manipolatore della realtà. Anche io avrò un rapporto ontologico
con la realtà. Ma se la realtà non esiste? Non mi resta che rappresentarla per quello che è: una menzogna.
Manfredi Lucibello23/03/2025, 15:47