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GRAZIA DELEDDA - Cecilia Mangini lavora a un docufilm


La più grande documentarista italiana, 92 anni: “Racconterò il suo mondo”. Alla regia anche Paolo Pisanelli.


GRAZIA DELEDDA - Cecilia Mangini lavora a un docufilm
Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli al lavoro nella Biblioteca dell'ISRE
Cecilia Mangini, la più importante documentarista italiana in attività, e il regista Paolo Pisanelli, in questi giorni si trovano a Nuoro per iniziare un nuovo, ambizioso progetto: gireranno un documentario dedicato alla figura di Grazia Deledda, l’unica scrittrice italiana ad aver vinto il premio Nobel per la Letteratura. Il lavoro è voluto e prodotto dall’Isre, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico, in collaborazione con Officina Visioni e con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission.

Il nostro rapporto con Nuoro e con l’Isre è iniziato nel 2017, quando abbiamo realizzato la mostra fotografica Isole, di Cecilia Mangini, curata da me” - spiega Paolo Pisanelli - “E’ scattata subito una grande intesa, ora incominciamo una nuova avventura. Abbiamo iniziato i sopralluoghi in questi giorni. Già nel titolo, “Grazia Deledda - parole e colori”- manifestiamo l’intento: raccontare la Sardegna di oggi attraverso lo sguardo di Grazia, uno sguardo acuto, attentissimo a un mondo legato alle tradizioni ma anche rivoluzionario, di grande attualità. La Deledda è una scrittrice che sembra dipingere scrivendo, proveremo a recuperare questa dimensione di colore. Cercheremo di evocare il magico, pieno di voci, di presenze, di janas e folletti, quella linea magica che fa parlare i morti, rende vivo il passato e lo fonde al presente. Io e Cecilia siamo due registi innamorati della Sardegna, del suo panorama intellettuale di cui lei, Grazia, è il sale, una sorta di grande madre. Cercheremo di tessere questi fili per raccontare la grande scrittrice, i luoghi di Nuoro e i paesaggi della Sardegna: il senso sarà un film documentario, un promo del quale sarà presentato a breve”.

La Deledda non era solo una donna: era una grande persona. Ciò che scriveva non era destinato a sé ma era rivolto a tutti, donne e uomini, a un universo di persone con cui voleva entrare in contatto” - spiega la Mangini. “Lessi le opere della Deledda quando ero molto giovane, e mi colpì molto il suo modo di essere universale”, prosegue la Mangini. “Quando l’Isre, l’ente che gestisce a Nuoro la Casa Museo di Grazia Deledda, e del patrimonio deleddiano custodisce la memoria, mi ha proposto questo progetto, ho accettato subito con entusiasmo. La Deledda meritò senza alcun dubbio il Nobel: fu un premio strameritato, e io in questi giorni mi sono immersa nei paesaggi della sua bellissima grafia e nei carteggi inediti custoditi nell’archivio Isre. Qualche mese fa, quando venni in Sardegna, volli avvicinarmi alla sua tomba; pensai a lei, così piccola, e all’imponenza della sua vita. E mi commossi”.

Entusiasta dell’iniziativa l’ispiratore dell’importante progetto, il Presidente dell’Isre Giuseppe Matteo Pirisi:Grazia Deledda non solo è una delle scrittrici più importanti e apprezzate del panorama letterario italiano, ma è stata l’unica donna italiana a vincere un Premio Nobel. Siamo lieti che oggi la sua figura possa essere rivisitata da un’altra personalità di spicco del panorama culturale italiano, una grande donna come Cecilia Mangini, la più autorevole documentarista in attività. Auspico che questa iniziativa, oltre che valorizzare come merita la figura della Deledda, possa far riscoprire alle nuove generazioni un’autrice – e la sua opera - troppo spesso sottovalutate. Questa collaborazione con Mangini e Pisanelli sottolinea inoltre, una volta di più, il ruolo dell’Isre come laboratorio, luogo dove il cinema si teorizza, ma soprattutto si fa”.

29/03/2019, 14:03