TORINO UNDERGROUD CINEFEST 6 - I vincitori
pREMIO Miglior Lungometraggio
“Fremde Tochter” di Stephan Lacant
Motivazione: Per aver saputo affrontare con audacia e con imparzialità il delicato tema del pregiudizio razziale; un male antico che affonda ovunque le sue profonde radici e che da sempre divide e rende nemici gli uomini. Per il grande messaggio di speranza che lancia, nell’urlare apertamente una verità che non può e non deve essere dimenticata, e cioè che tutti gli uomini, per quanto diversi, abbiano un eguale diritto alla vita, all’amore e alla pace.
Premio Miglior Cortometraggio
“Dante Vs Mohammed Alì” di Marc Wagenaar
Motivazione: Film incisivo, con atmosfere spietate tipiche da film nordico, diretto e crudele ma anche delicato, poetico ed emozionale. “Dante Vs Mohammed Alì” rappresenta gli estremi – la boxe e l’arte; la forza e la delicatezza; la potenza e la parola – che solo alla fine si avvicineranno permettendo, in quel punto di incontro, ai due ragazzi – Wolf e Alex – di risolvere la propria essenza non riconosciuta da un luogo troppo chiuso e bigotto che non può culturalmente concepire l’esistenza dell’omosessualità. Forse solo l’amore di mamma pare intuire quando afferma Anche io sono stata innamorata. La boxe, che incarna la virilità maschile, assume un valore teatrale nella messa in scena come educazione ad essere uomo e come rituale che riempie una vita monotona e grigia. L’arte è invece il percorso che permette a Wolf di sentire, di comprendere e ad Alex di scoprire le infinite possibilità dell’amore. Un film sincero, raffinato e curato nei dettagli, con una colonna sonora che accompagna e marca ogni fotogramma e con un’interpretazione dei due protagonisti – Bas Keizer e Gijs Blom – veramente superlativa.
Premio Miglior Film Post Prodotto
“Behind the blue door” di Mariusz Palej
Motivazione: Per l’utilizzo creativo degli effetti visivi, che rendono l’ambientazione fantasy “dietro la porta blu” originale e psichedelica, senza dimenticare il concept originale della misteriosa creatura antagonista del piccolo protagonista.
Premio Migliore Regia Lungometraggi
Armand Rovira per “Letters to Paul Morrissey”
Motivazione: Un film coraggioso, scandito da una regia splendidamente curata nella composizione delle immagini, coadiuvata da un montaggio che con le sue sovrimposizioni si rifà al più classico découpage d’annata. Un’estetica dal sapore vintage ma perfettamente funzionale al racconto completa il quadro di una messa in scena innovativa e sorprendente.
Premio Miglior Attore Lungometraggi
Franjo Dijak, nel ruolo di Frenki in “Mali” di Antonio Nuić
Motivazione: Tutto ciò che si vede può essere raccontato con facilità, difficile è rappresentare ciò che non si vede. Franjo Dijak ha saputo dar vita ad un personaggio in cui luce e ombra, sostanza e apparenza, verità e menzogna si confondono in una danza macabra giocata sull’orlo di un baratro, mossa dopo mossa, fino alla fine…Quando un semplice sguardo può segnare il confine fra la vita e la morte.
Premio Miglior Attrice Lungometraggi
Michaela Schausberger, nel ruolo di Annamaria in “Zauberer” di Sebastian Brauneis
Motivazione: Per la straordinaria dolcezza che ha saputo esprimere con la squisita qualità della sua recitazione naturale e delicata, restituendoci l’immagine toccante di un amore puro, incondizionato, come solo quello di una madre per il proprio figlio può essere; un amore tanto potente da infrangere le barriere dell’incomunicabilità e della solitudine umana.
Premio come Migliore Regista Cortometraggi
Jérémy Comte per "Fauve"
Motivazione: Quella di Jérémy Comte è una regia determinante. Eccellente l’acting coach sui due ragazzi Félix Grenier e Alexandre Perreault, caratterizzati da una recitazione naturale e coraggiosa. Comte ha piegato con maestria tutti gli apparati tecnici del film, in particolare la fotografia, per raggiungere un risultato quasi maniacale in termini di manifattura e attenzione ai particolari. Il tempo di montaggio è incredibilmente coerente, tanto da generare un effetto di attesa continua e speranza nello spettatore. Il primo piano che chiude il film è assolutamente superlativo.
Premio Miglior Attore Cortometraggi (ex-aequo)
Keizer Bas per “Dante vs Mohammed Alì” di Marc Wagenaar
Motivazione: È un attore straordinario, con una plasticità corporea impressionante. Tratteggia con disinvoltura tutte le sfumature di un personaggio complesso, come quello di Dante, che si confronta e si scontra con una società arretrata che non ha strumenti per comprenderlo e che scandisce il suo tempo attraverso occasioni futili, come un match di boxe sul fiume, dietro il quale senza che nessuno se ne accorga si sta dischiudendo l’amore tra due giovani. Keizer Bas ha la stoffa dei grandi in quanto è capace di portare sul grande schermo l’eleganza e la grazia che gli arriva dal teatro mista alla duttilità richiesta dal cinemaberghe (“Simon Cries” di Sergio Guataquira Sarmiento).
Félix Vannorenberghe per “Simon Cries” di Sergio Guataquira Sarmiento
Motivazione: Il protagonista con naturalezza di interpretazione trasporta lo spettatore in una visione surreale, considerata la sua emotività e la “forma” esasperata di pianto, ma senza che questo aspetto venga considerato grottesco o caricaturato, bensì straordinario. Ci convince che ciò che gli succede sia reale fino in fondo mantenendo una recitazione senza compromessi ma vera e drammatica, delicata e anche divertente nel quale è lui, il primo ad essere ogni istante sorpreso e spiazzato dalle sue lacrime.
Premio Miglior Attrice Cortometraggi
Tiphaine Daviot per “The winkles” di Alice Vial
Motivazione: Per la complessità del ruolo e per le variazioni di registri così diversi in un minutaggio così ristretto. La Daviot è sorprendente nel suo incedere e soprattutto nel completare il film che si regge sul suo sentire e sul suo vissuto.
Menzione Speciale della Giuria Cortometraggi
“Lucy” di Roberto Gutierrez (Venezuela)
Motivazione: Per l’originalità del tema trattato che mette al centro l’ossessione amorosa di un Foley Artist, Raul, un rumorista capace di riprodurre in suono tutto ciò che vede accadere alla donna di cui è segretamente innamorato, e per la grande attenzione ai particolari. Convincente l’interpretazione del protagonista Luigi Sciamanna che regge sapientemente tutto il film.
Menzione Speciale Lungometraggi
Helena Zengel, per il suo ruolo di Luca in Schilinski “Die Tochter” di Mascha Schilinski
Motivazione: Per aver saputo interpretare con spontaneità e leggerezza un personaggio dalle iridescenti sfumature che arriva dritto al cuore dello spettatore, dando alla storia un’immensa ricchezza emotiva.
Premio Miglior Colonna Sonora
Matteo Bonechi per le musiche di “Come la Prima Volta” di Emanuela Mascherini
Motivazione: La musica è parte integrante della storia, giacché la protagonista era una pianista. La colonna sonora segue con cura l’evolversi della storia in sé commovente e assolutamente contemporanea. Una storia che canta l’amore che va oltre il tempo, oltre la morte e nelle ultime note di Ovunque sei i due amanti si ritrovano in un oltre senza fine.
Premio Miglior Sound Designer
“Behind the blue door” di Maurisz Palej
Motivazione: Per l’eccezionale utilizzo del suono sia nella descrizione del mondo reale sia in quella del mondo iper-reale. Il suono è usato magistralmente per creare le diverse soggettive sonore e l’effetto estetico ottenuto supporta proficuamente la storia, fornendo importanti informazioni sugli ambienti e sulla natura dei personaggi coinvolti.
Premio Miglior Fotografia
Stefano Ferrari per la fotografia del film “La Partita” di Francesco Carnesecchi
Motivazione: Per aver saputo proporre una luce particolare e funzionale al racconto, aver saputo punteggiare le sfumature cupe nel quale si celano insospettabili, seppur reali, verità.
Menzione Speciale ArtInMovimento Magazine
“Dante vs Mohammed Alì” di Marc Wagenaar
30/03/2019, 10:06
Simone Pinchiorri