BIF&ST 10 - "Il Grande Spirito" tra i tetti come nel far west
Il vecchio cow boy assesta l’ultima zampata ma deve chiedere aiuto agli indiani per riuscire a sfuggire alla caccia dei suoi fratelli yenkee.
Taranto è il west e i tetti dei suoi palazzi sono le praterie e le regioni dell’ovest mentre l’acciaieria che incombe all’orizzonte è la ferrovia che pressa e allontana con la forza gli abitanti originari.
Poi il rapporto tra due uomini, prima la diffidenza, poi una strana amicizia che verso il finale si trasforma in dipendenza. I personaggi principali sono Tonino (
Sergio Rubini) malvivente scalcinato che fugge col bottino dopo una rapina e Renato (
Rocco Papaleo) che vive nel locale vasche di una palazzina ed è convinto di essere Alce nero, un indiano nel bel mezzo dell’America.
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Il Grande Spirito", oltre alla metafora western, racconta una città e gli uomini che la abitano, tra abitudini e follie e il rapporto tra due solitudini estreme, ai limiti del disagio. La storia si sviluppa intorno alla resistenza e alla fuga, ricordando
Into Paradiso di
Paola Randi, con la visione dall’alto della città e la terrazza trasformata in un rifugio sicuro come quella di Forest Withaker in
Ghost Dog.
Sergio Rubini mette in scena dei personaggi antichi, archetipi della tragedia ma in grado anche di far sorridere amaro. Forse i due personaggi principali appaiono esagerati nelle loro caratteristiche, l’atmosfera e le situazioni però sono bilanciate per un racconto che si muove tra una realtà amarissima e una fantasia che diventa facilmente favola.
04/05/2019, 17:34
Stefano Amadio