Note di regia di "Noci Sonanti"
Dopo qualche incontro preparatorio e un primo lavoro di ricerca e scrittura, ci è stato subito chiaro quali potevano essere gli elementi fondamentali per realizzare questo film.
Da una parte, come spesso accade nel documentario d'osservazione, dovevamo intercettare il periodo giusto per l'unica sessione di riprese prevista. Abbiamo scelto un'estate atipica, in cui Sid ha voluto passare con il padre un tempo più lungo del solito per preparare l'esame. Fabrizio arrivava da un'annata difficile per problemi di salute che gli avevano complicato la vita sul lavoro e sugli spostamenti. Sid, intanto, si avvicinava all'età in cui non si è più bambini e cominciava a farsi le prime domande più concrete sul futuro.
Individuato il giusto periodo di ripresa, l'obiettivo principale era poter osservare la dinamica privata dei personaggi senza fare troppo rumore. Tutte le scelte preparatorie, produttive, tecniche e di messa in scena, sono andate in questa direzione: essere meno invasivi possibile.
D'altra parte, al centro della nostra scrittura avevamo una storia e un conflitto potenzialmente universali e comprensibili a tutti: un padre, consapevole e sereno rispetto alla sua scelta di vita, si confronta con la crescita e la continua evoluzione del figlio, che un giorno potrebbe decidere di abbandonare questa via. Un conflitto elementare e profondo, che crea un ponte tra questo sperduto angolo di bosco nell'entroterra marchigiano e tutti gli spettatori che incontreranno questo film.
Questa storia aveva per noi un principio (padre e figlio per come li abbiamo conosciuti: uomini liberi nella natura), uno sviluppo (Sid frequenta l'altro mondo di Sofia e il confronto con il padre) e una fine (l'esame e il ritorno dalla madre) naturali e che dettavano una narrazione classica e lineare.
Evidentemente, il peso dei singoli passaggi narrativi nel film non poteva che dipendere dalla natura dei personaggi e da questioni contingenti, ma non c'era dubbio che la linea portante fosse quella giusta. Di qui, la scelta di girare senza troupe aggiunta, con due videocamere leggere e poco invasive e microfoni montati in macchina. In questo modo, complice un aggiornamento quotidiano alla scrittura del film, potevamo coprire con due macchine le scene di relazione principali e separarci quando padre e figlio non erano insieme.
Come spesso accade, i due mesi di racconto hanno offerto un gran numero di stimoli, situazioni e personaggi di grande interesse cinematografico. A guidarci nel montaggio è rimasta la traccia base, l'elemento fondamentale per cui questa storia può avere un carattere universale.