Tornano gli orsi siciliani di Dino Buzzati, in un mondo molto diverso da quello in cui (era il 1945) lo scrittore li rese protagonisti del suo "
La famosa invasione degli orsi in Sicilia", ma sembrano ancora perfettamente in grado di parlare a un pubblico - di giovanissimi, cui in primis è dedicato, ma anche di adulti - a cui cerca di parlare il film omonimo animato diretto dall'esordiente 65enne
Lorenzo Mattotti.
Un cantastorie e la sua giovane aiutante si rifugiano in una grotta per ripararsi dal freddo e incontrano un orso. Impauriti dalla sua presenza, lo "distraggono" raccontandogli una storia che parla di orsi come lui e dell'incontro con gli uomini... Quando il cucciolo dell'orso-re viene rapito, il padre inconsolabile porta il suo branco a valle per ritrovarlo: le loro intenzioni sono buone, ma inizia una guerra che per fortuna porta a una pace tra le due specie. L'ibridazione, però, porta anche qualche scompenso e il rischio di perdere la propria identità.
Colori vivi e tratti netti, un cast di voci ricchissimo (su cui spiccano il cantastorie
Antonio Albanese e
Andrea Camilleri, il vecchio orso saggio che conclude il racconto nella seconda parte), una storia semplice che riesce a parlare a tutte le generazioni.
Mattotti esordisce nel lungo omaggiando il valore e la potenzialità dell'animazione "classica" e dell'iconografia europea, rifuggendo i modelli nippo-americani cui gli spettatori odierni sono abituati. Presentato in anteprima a Cannes, uscità in Italia prossimamente grazie a BIM.
22/05/2019, 17:10
Carlo Griseri