CANNES 72 - IL TRADITORE di Marco Bellocchio
"
Un film ancora diverso da tutti i precedenti": con queste parole
Marco Bellocchio definisce il suo "
Il Traditore", presentato in concorso a Cannes e in sala in tutta Italia nel giorno del 27esimo anniversario della strage di Capaci in cui morì, tra gli altri, Giovanni Falcone.
È la storia di
Tommaso Buscetta detto Masino, il più celebre 'collaboratore di giustizia' (mai, infatti, accettò di farsi chiamare 'pentito'), primo e più importante aiuto all'inchiesta che Falcone portò a termine condannando centinaia di mafiosi alla galera.
Dai fasti della vita da boss di successo auto-esiliatosi in Brasile all'arresto e conseguente estradizione, quando nei primi anni '80 la guerra avviata dai Corleonesi di Totò Riina per conquistare il potere assoluto divenne sanguinosa e spietata come mai prima. Lì Buscetta, uomo d'onore a modo suo, decide che tradire gli ex-sodali non sia un'infamia ma un atto dovuto verso un'ideologia (la sacralità della famiglia, il "rispetto") ormai abbandonata da quasi tutti.
Da un autore-Maestro che negli ultimi anni sembrava perduto (meglio dimenticare l'ultimo "
Fai bei sogni", ma anche l'irrisolto "
Sangue del mio sangue" e il non riuscito "
Bella addormentata"), arriva un film-fiume che scorre in modo rapido e impetuoso, giungendo al termine dei suoi
152 minuti di durata senza che per un solo secondo lo spettatore abbia potuto distrarsi, perdersi, staccarsi da una narrazione avvincente e totalizzante.
Il rapporto speciale con Falcone, i confronti con Pippo Calò e Riina stesso, l'escalation di violenza: sono tanti i momenti da ricordare del film. Favino guida con mimesi e la solita stupefacente immersione nel personaggio un cast ampio e calibrato, che ha offerto al regista una serie di interpretazioni precise e rigorose. "
Il Traditore" è un grande film civile, un'opera che conquista in tutti i suoi aspetti e che si vorrebbe non finisse mai.
23/05/2019, 19:23
Carlo Griseri