IL GRANDE SALTO - La sfortuna rende audaci
Giorgio Tirabassi è erede della grande comicità romana. L’indolenza, la spavalderia ma anche la consapevolezza che non c’è speranza o meglio che la speranza non è roba per noi. I grandi
Fabrizi, Manfredi, Mastroianni nelle loro interpretazioni in commedia fino ad arrivare ai più recenti
Cavallo, Mattioli e gli stessi interpreti de "
Il Grande Salto"
Memphis e lo stesso
Tirabassi, tornano in questo film scritto da
Daniele Costantini, autore del soggetto e, insieme al regista e a
Mattia Torre, della sceneggiatura. Sono tutti lì, da "
Campo de’ Fiori" a "
I Soliti Ignoti" da
Pasolini a Citti, pronti ad afferrare l’occasione della vita, inebriati dallo “champagnino” del baretto sotto casa e persi tra racconti e personaggi mitologici. Il quartiere, il grande furto, la rapina che svolta, le relazioni giuste ma pericolose e di fondo, l’allergia per il lavoro.
"
Il Grande Salto" racconta persone cinematograficamente interessanti; non solo i personaggi principali, Nello e Rufetto, interpretati da
Ricky Memphis e Giorgio Tirabassi, ma anche i secondari come
Gianfelice Imparato, Paola Tiziana Cruciani (suoceri di Rufetto) e
Roberta Mattei (sua moglie), finendo con le semplici ma incisive apparizioni, tutte definite e caratterizzate. L’impiegato postale di
Valerio Mastandrea, lo zingaro spietato
Marco Giallini, il boss del quartiere
Sasà Striano, il meccanico commerciante d’armi
Lillo.
Il destino segnato è il filo su cui scorre il film e, vista la sfortuna che colpisce Nello e Rufetto, dopo un susseguirsi di esilaranti sventure e dopo un cammino costellato da tante situazioni e battute divertenti, la chiusura non potrà che essere nera.
13/06/2019, 08:51
Stefano Amadio