VENEZIA 76 - "Il Pianeta in Mare", scoprire Marghera
Nell'ambito delle celebrazioni del centenario di Porto Marghera,
Andrea Segre racconta - ne "
Il pianeta in mare" - come sia nata e come si sia trasformata quella che è oggi considerata per lo più una zona industriale e inquinata a pochi passi (5 km circa) dal centro di
Venezia, ma che fino a pochi decenni fa era laguna vera e propria, scelta a tavolino nel 1918 per sviluppare quel "sogno" moderno di fabbrica tramutatosi presto in incubo.
Una zona d'Italia vittima, in questi anni e come se non avesse subito abbastanza, anche di una "rimozione nazionale", motivo primo che ha spinto Segre, cantore da anni del nostro contemporaneo, narratore vicino al mondo dei migranti senza mai dimenticare la sua terra d'origine, a concentrarsi su Marghera. Narrandone l'oggi, ma viaggiando anche all'indietro grazie ai bei materiali d'archivio e ai ricordi dei suoi protagonisti.
È un ritratto frammentato (mancano alcuni collegamenti, specie per chi non ha una conoscenza specifica dell'argomento), pezzi slegati di una realtà più complessa e viva di quanto si pensi. Le parole e le sensazioni di immigrati impiegati come operai nei cantieri navali (nell'area lavorano persone di oltre 60 nazionalità diverse); la vita di un ristorante in cui le varie storie si intrecciano; il girovagare tra macchinari abbandonati di due ex-lavoratori specializzati del petrolchimico (la loro azienda è stata chiusa per la contaminazione del
CVM, il cloruro di vinile monomero); chiacchiere tra serio e faceto di lavoratori italiani, manager e operai semplici, sulla loro condizione odierna.
"
Crediamo che in quegli spazi non ci sia più nulla, più nessuno. Invece non è così", ha spiegato il regista. "
Un regista di cinema documentario ha un importante compito: portare le persone lì dove non possono o non vogliono entrare. Il Pianeta in mare nasce per questo".
05/09/2019, 21:00
Carlo Griseri