VENEZIA 76 - Cinema e Scuola, Francesco Piccolo
protagonista del primo incontro
Nella sua carriera ha scritto romanzi indimenticabili come “Il desiderio di essere come tutti” e “Momenti di trascurabile felicità” e firmato la sceneggiatura di film come “Il Caimano”, “La prima cosa bella” e il recente “Il traditore”. Due modi di scrivere che Francesco Piccolo cerca di far convivere il più possibile come ha spiegato durante l' incontro moderato da Laura Delli Colli.
“Ho cercato di creare nel mio modo di lavorare una mancanza di differenza tra la sceneggiatura e la scrittura di un libro: sono due mestieri completamente diversi che io cerco di far diventare i più simili possibili. La differenza sta nel fatto che la scrittura di un libro è solitaria, fatta di costruzione del tempo, ed è un modo di stare da soli. Mentre la scrittura per il cinema, tranne dei casi rarissimi, significa scrivere insieme agli altri. Sono da una parte come un cantante solista e dall’altra come il cantante di una band. In questo modo io non faccio scelte”.
Per Piccolo una scelta decisa nella stesura di una sceneggiatura è quella di collaborare attivamente con i registi:
“Io ho scritto sempre con registi che scrivono e questo funziona molto perché non c’è una distanza tra il set e le linee di sceneggiatura. I modi di lavorare sono diversi con ciascuno: con Francesca Archibugi ne parliamo e poi ognuno torna a casa propria per scrivere in autonomia e facciamo a gara a chi finisce prima. Con Nanni Moretti e Paolo Virzì siamo, invece, tutti insieme intorno a un tavolo e le parole ci vengono insieme, con Soldini ho fatto delle scelte diverse, Marco Bellocchio rilavora su quello che scrivo… Scrivere per il cinema è sempre qualcosa di diverso e questa è anche una delle cose più eccitanti: quando lavori con un nuovo regista non sai come sarà, mentre quando lavori con i registi che già conosci la cosa interessante è cambiare, perché ogni volta la materia è diversa. Per “Il capitale umano”, per esempio, siamo partiti da un romanzo americano mentre “La prima cosa bella” è nato da un ricordo che Virzì aveva della madre”.
Per la serie di successo “L’amica geniale”, tratto dal best seller di Elena Ferrante e diretta da Saverio Costanzo, il lavoro è stato inizialmente difficile a causa della portata del romanzo e delle aspettative del pubblico:
“È stato difficile pensando cos’è questa storia per tutti, non solo per l’Italia ma per il mondo intero. Bisogna fregarsene di questa pressione. Con Saverio Costanzo e Laura Paolucci abbiamo pensato che dovevamo avere la stessa ambizione della Ferrante e che bisognava liberarsi di questa pressione e fare la serie che volevamo fare. Abbiamo avuto anche la complicità della scrittrice con la quale abbiamo lavorato via mail e questo ci ha molto aiutato. Abbiamo finito la seconda stagione e adesso stiamo iniziando a pensare alla terza”.
E sulle emozioni suscitate tra un libro pubblicato e un film realizzato Francesco Piccolo non ha dubbi:
“Con il passare del tempo è più emozionante l’opera collettiva rispetto a quella personale. L’idea di essere responsabile della vita, della carriera e dei sentimenti di altre persone mi coinvolge di più rispetto alla pubblicazione di un libro”.
31/08/2019, 00:12
Caterina Sabato