TFF37 - "Star Stuff", verso l'infinito e oltre
"
Siamo solo uno dei qualunque". Cinque semplici parole bastano a smontare la spocchiosa convinzione di noi terrestri, abitanti di un pianeta che pensiamo essere "eletto" fra chi sa quanti, e che in realtà, paragonato all'Universo è praticamente invisibile.
A pronunciarle uno dei protagonisti di "
Star Stuff", il bellissimo documentario di Milad Tangshir, presentato in anteprima assoluta al 37° Torino Film Festival, che andando dal Cile alle Isole Canarie, fino al Sud Africa, mostra chi, per lavoro, volge quotidianamente il proprio sguardo verso l'alto.
Dell'Universo ne conoscimo solo il 4%, e per chi trascorre la maggior parte delle sue ore all'interno di affascinanti luoghi come gli osservatori, questo non può che rappresentare il piacere della continua scoperta e la convinzione che nulla vada dato mai per scontato.
Attraverso deserti, foreste e soprattutto cieli stellati, la macchina da presa di Tangshir si muove con estrema grazia, accarezzando volti e luoghi che, una volta accostati, non sembrano poi così diversi. Le rughe di un'anziana signora si mescolano alle dune di sabbia, mentre il suono del pianto di un uomo va a confondersi col rumore delle onde del mare.
Quelli che la vita di oggi ci spingerebbe a considerare luoghi di isolamento, si rivelano attraverso le parole di chi li vive giornalmente come posti dell'anima dove poter entrare in contatto con l'immensità di ciò che ci sovrasta, e in cui poter imparare ad ascoltare il silenzio, forse il suono più bello e irraggiungibile di tutti.
Oltre ad una grande carica di divulgazione scientifica, "Star Stuff" si rivela un vero piacere per gli occhi, un viaggio ai confini della ricerca e della bellezza.
24/11/2019, 21:00
Antonio Capellupo