Note di sceneggiatura de "L'immortale"
Per l’Immortale la morte sarebbe una liberazione, ma invece è condannato a vivere, a espiare per sempre colpe che non può espiare, a vivere circondato dai fantasmi del male che ha fatto e del male che ha subìto. Perché la sua è una condanna antica, emessa nel lontano passato, per la colpa primigenia di crescere orfano tra le macerie di una Napoli devastata dal terremoto, trovandosi prima per nascita, ma poi per scelta, a incarnare l’anima lacerata e contraddittoria della sua terra. Scrivere un film su uno dei personaggi più amati e complessi di una serie come Gomorra è stato un privilegio, ma anche una sfida. Un privilegio perché un film concede uno spazio narrativo che la serie per sua natura non può avere, ma una sfida perché sentivano di dover fare qualcosa di diverso dalla serie, senza però tradirla. Ne L’Immortale passato e presente si intrecciano e si amplificano a vicenda in una sorta di continuum emotivo che apre a uno scavo nelle viscere del personaggio. Con l’intento di raccontare come la storia di Ciro ha avuto inizio, ma anche dove sta andando, traghettandoci verso un’attesissima quinta stagione di Gomorra. Decidere di unire il racconto del presente di Ciro con quello della Napoli della fine degli anni Ottanta è stata una scelta senza dubbio rischiosa, ma al contempo estremamente stimolante. Abbiamo passato giorni a guardare documenti d’archivio, immagini di repertorio, a farci raccontare com’era quella Napoli da chi l’ha vissuta in prima persona. Per regalare a chiunque veda il film un’esperienza immersiva di quel periodo: storie di Secondigliano quando era la collina che stava sopra Napoli dove la gente andava a cena la sera e a sentire la musica. Storie di contrabbandieri di sigarette, di magliari, di narcotrafficanti, di bambini scugnizzi che crescevano troppo in fretta in mezzo alla strada e che o diventavano Ciro Di Marzio o non diventavano nessuno perché spenti troppo in fretta da una realtà dove i sentimenti erano un privilegio che non ti potevi permettere.
Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli, Marco D’Amore, Francesco Ghiaccio, Giulia Forgione
02/12/2019, 15:01