LA VITA E' UNA PARTITA DI TENNIS - Dal Campo al Grande Schermo
“Allegoria esistenziale sull’indecifrabilità del reale”, così definì, qualche anno fa,
il critico di Repubblica Roberto Nepoti la famosa scena della partita di tennis senza pallina che si gioca nella parte conclusiva di "
Blow-Up" (1966). La pallina non c’è. O, per meglio dire, Thomas (il fotografo londinese interpretato da David Hemmings) non la vede. Eppure i giocatori sembrano effettivamente impegnati in un match di tennis e si sente chiaramente il rumore della pallina che rimbalza. A un certo punto questa sembra finire fuori dal campo. Il protagonista viene invitato a raccoglierla e a rilanciarla dentro. Thomas esegue, non sappiamo se per stare al gioco o perché anche lui ha cominciato a vederla. Come spettatori restiamo disorientati dall’ambiguità della situazione. La pallina esiste o non esiste? C’è davvero o ci è sfuggito qualcosa? La realtà è solo ciò che vediamo o c’è qualcosa di più?
Si potrebbe dire che quella partita di tennis immaginaria è per
Michelangelo Antonioni una metafora sportiva della vita ed è interessante notare che venne ideata in un’epoca in cui il tennis non era ancora uno sport di moda. Il fenomeno di massa sportivo e mediatico che oggi conosciamo era allora uno sport per pochi (con circa un secolo di storia nella sua versione moderna). Attraverso questa scelta creativa, Antonioni dimostrò la sua lungimiranza e la sua eccezionale capacità di anticipare i tempi. Oggi il tennis è uno sport molto meno elitario. Negli ultimi due decenni ha conosciuto un netto aumento di popolarità grazie ad atleti come
Federer, Nadal, Djokovic o le sorelle
Williams, che vincono premi straordinari e firmano contratti pubblicitari con grandi marche internazionali. Le loro vite private vengono passate al setaccio e sull’esito delle loro prodezze si può
scommettere online con bet365, sito specializzato in pronostici sportivi.
Dopo "
Blow-Up", il tennis è entrato altre volte nel cinema, spesso per ricordarci che la vita, in fondo, non è che una partita di tennis. Senza ripercorrere tutta la storia del cinema più recente, possiamo ricordare alcuni titoli che sono rimasti nella memoria del pubblico italiano e internazionale. Come non citare, per esempio, la partita giocata, nel folto di una nebbia surreale, tra il ragioniere
Ugo Fantozzi e il
geometra Filini, in "
Fantozzi", diretto da
Luciano Salce nel 1975? Ma si potrebbero menzionare anche "
Match Point" (2005) di Woody Allen, interpretato da Scarlett Johansson e Jonathan Rhys Meyers, e "
I Tannembaum" (2001) di Wes Anderson, dove il personaggio di Richie (un tennista interpretato da Luke Wilson) è ispirato direttamente alla figura di Björn Borg (1956), uno dei più grandi della storia di questo sport. Nel 2017, infine, uscì "
Borg McEnroe",
definito da Sky come “il miglior film sul tennis mai realizzato”, dedicato al campione svedese e al suo eterno rivale
John McEnroe.
E come non ricordare il grande
Adriano Panatta nel suo cammeo ne "
La Profezia dell'Armadillo" di
Emanuele Scaringi. Una sola scena in cui il campione interpreta se stesso insieme al giovane protagonista che non sa con chi ha a che fare. Ironia e immaginario collettivo che sono valsi a Panatta per vincere un Nastro d'Argento speciale per l'interpretazione.
Il tennis è oggi uno degli sport più seguiti al mondo ed è sempre più presente nell’immaginario globale. È normale quindi che il suo rapporto con il cinema (e con l’arte in generale) si faccia sempre più stretto, sia come oggetto di sceneggiature sia come rappresentazione simbolica dei nostri tempi.
17/03/2020, 11:25
La Redazione