UNA CORSA CONTRO IL TEMPO - Il video che racconta il lavoro
di chi oggi è in prima linea per l’emergenza Covid-19
È approdato su tutte le testate giornalistiche e gran parte dei telegiornali nazionali, raccogliendo milioni di visualizzazioni web in tutto il mondo. Un progetto video, quello della piccola società di produzione cinematografica ligure, che parte dalle immagini della storia del personale ospedaliero del reparto Covid-19 di Sestri Levante (GE) e che racconta una storia di umanità, di speranza e di dedizione al lavoro da parte di infermieri e personale medico. Il “cono di luce” scende su di loro che sono gli autentici eroi di questo complicato e inaspettato periodo, i protagonisti che, da più di un mese, lavorano giorno e notte “dietro le quinte” dell’attuale tragedia del Covid 19, in cui siamo immersi tutti.
"Ci siamo ritrovati in questa bufera che ha messo in ginocchio tutto il nostro lavoro, progetti a cui lavoravamo da mesi, abbiamo dovuto iniziare a guardare il futuro con occhi nuovi e accettare questa nuova sfida, senza orizzonte, cambiando il modo di fare produzione” dichiara Chiara Fiorini, fondatrice della Flying Donkeys e Chief Operation Manager del Riviera International Film Festival.
"Per noi è stato un grande onore poter produrre questo video, non è stato semplice perché le immagini arrivavano tutte dal personale interno dell'ospedale tramite cellulare e non erano state create in maniera professionale, ma si avvertiva una enorme energia che avrebbe portato un filo di speranza in tutte quelle persone che contro il Covid 19 lottano ogni giorno - prosegue Vito D'Onghia, fondatore della Flying Donkeys e Direttore del Riviera International Film Festival - riteniamo fosse un atto dovuto nei confronti di tutti i medici e del personale sanitario donare il nostro lavoro per
lasciare un segnale forte, ovvero che uniti si può vincere!”
"Anche il cinema subirà una rivoluzione – continua Chiara Fiorini – ne stiamo discutendo da settimane con i nostri colleghi di Obiettivo Cinema - ndr. società di produzione cinematografica
indipendente di Alba (Cn) - con cui stavamo seguendo la distribuzione del film documentario del
regista piemontese Emanuele Caruso "A riveder le stelle " per il quale ho seguito la produzione in
Val Grande la scorsa estate. Ci piacerebbe produrre insieme un nuovo documentario sulle realtà di Piemonte e Liguria che potesse far capire la grande forza del nostro popolo, la grande capacità di saper uscire a testa alta da questa pandemia che sta radendo al suolo l'economia mondiale. È un progetto a cui stiamo lavorando da un po’ e siamo alla ricerca di finanziamenti; siamo certi che l'Italia non lascerà indietro la cultura e lo spettacolo uno dei motori economici più forti di questo paese”.
A tal proposito interviene anche Emanuele Caruso, regista e produttore di “A riveder le stelle”, il film documentario che sarebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche il 5 marzo, esattamente all’inizio dell’emergenza sanitaria e che è stato “congelato” fino a data da destinarsi.
“Proprio in questi giorni, dopo lunghe riflessioni, abbiamo deciso che non faremo uscire “A riveder le stelle” on line perché, nonostante i grandi sforzi e gli enormi investimenti dell’ultimo anno e mezzo, tra riprese e montaggio, in questo preciso momento storico pensiamo sia meglio uscire al cinema, anche perché il nostro film parla proprio di come l’essere umano non sia mai stato in grado di gestire le emergenze. L’emergenza che abbiamo trattato noi era più quella del clima: non siamo pronti e non ci stiamo preparando a quello che il pianeta vuole dirci, e non da oggi. Il sottotitolo del film infatti era “è in arrivo una tempesta”. La domanda per lo spettatore era proprio quella di capire se voleva continuare a vivere così, o se poteva cambiare qualcosa, anche nella sua visione del mondo. Dato che questa quarantena forzata ci sta costringendo a farci delle domande serie, abbiamo deciso che aspettiamo che passi, preferiamo incontrarci al cinema, vederci in sala, anche per riflettere insieme.
Una cosa a cui tengo molto è proprio quella di vedere il pubblico in faccia, di confrontarmi con lui direttamente, senza passare dal web, uno strumento che, in questo momento, mi trasmette troppo distacco. A livello economico mi sarebbe convenuto uscire adesso on line, sarebbe stato più facile e immediato, ma vogliamo uscire in sala, anche se non sappiamo quando, dato che la situazione è in evoluzione ogni giorno”
09/04/2020, 14:35
Carlotta Zanti