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SKAM ITALIA 4 - La fede libera della musulmana Sana


L’incontro con il regista e il cast della fortunata serie dal 15 maggio con 10 nuovi episodi su Tim Vision e Netflix prodotta da Cross Productions e TIMVISION.


SKAM ITALIA 4 - La fede libera della musulmana Sana
Beatrice Bruschi è Sana in "Skam Italia 4"
Una nuova stagione per "Skam Italia": dopo il rischio di cancellazione annunciato ad agosto che aveva scioccato i fan arriva la quarta parte con delle puntate che si preannunciano rivoluzionarie e importanti, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti italiani (la liberazione di Silvia Romano e le conseguenti violente polemiche dovute alla sua conversione all’Islam). La quarta stagione ha infatti come protagonista Sana (Beatrice Bruschi) una ragazza italiana, musulmana praticante, con genitori di origine straniera. Una ragazza orgogliosa dei suoi valori e della sua fede che pratica non, come tutti credono, per un’imposizione della famiglia ma per una scelta libera. Sana, in bilico tra i suoi valori religiosi e la sua vita da adolescente, cercherà di trovare un difficile compromesso.

“È stata una stagione più complessa ma non per questo peggiore, anzi, il contrario”, ha spiegato Ludovico Bessegato, regista, sceneggiatore e showrunner della serie, “ho dovuto studiare molto di più perché l’argomento era meno conosciuto per me, non è stato sufficiente fare le interviste ai ragazzi nelle scuole come nelle precedenti stagioni, ho dovuto fare un lavoro in più e fortunatamente in questo ho avuto la collaborazione di Sumaya”.

Sumaya è Sumaya Abdel Qader: sociologa, scrittrice, musulmana praticante, attivista per i diritti delle donne che ha lavorato come consulente alla sceneggiatura di questa quarta stagione:
“Finalmente in Italia qualcosa di nuovo e di speciale”, ha dichiarato la scrittrice, “La vita normalissima di una ragazza musulmana, ci sono tantissime ragazze lì fuori che vivono la stessa vita di Sana. Di questo lavoro sono molto contenta perché la serie racconta cosa vuol dire essere musulmani in Italia e in particolare cosa vuol dire essere donne musulmane in Italia. Non siamo abituati a storie di vite quotidiane di questa seconda generazione, una parola che spero verrà modificata presto in italiani di fede musulmana. È un racconto che è un’occasione per fornire spunti e riflessioni e sono certa che stimolerà nelle nuove generazioni musulmane la prospettiva di quello che può essere il loro futuro: una parte integrante di una società che li riconosce non in maniera stereotipata ma reale. È stata una prova raccontare a Beatrice cosa vuol dire essere una musulmana, ha avuto una grande capacità di immedesimazione”.

Beatrice Bruschi, la giovane attrice che interpreta Sana, ha spiegato il conflitto che vive il suo personaggio che rivendica di essere una religiosa praticante senza condizionamenti: “Sana è una ragazza di seconda generazione con una fede molto forte e vedremo più chiaramente il suo conflitto tra questa sua religiosità e la volontà di partecipare a una vita sociale, alle feste, di avere una vita sentimentale. La difficoltà che ha Sana che accomuna i ragazzi di seconda generazione è quella di mettere a fuoco la propria identità, lei si sente incompresa da un lato dalle sue compagne e dall'altro dalla famiglia e dalle amiche musulmane che non capiscono a pieno le sue scelte. Come tanti ragazzi adolescenti ha paura e quando uno ha paura tende a chiudersi in sé stesso e a comportarsi in maniera irrazionale. Una cosa molto importante per Sana è che tutti capiscano che per lei usare il velo ed essere così religiosa è una scelta non imposta da nessuno né tantomeno dalla famiglia”.

L’attore Mehdi Meskar che in “Skam Italia 4” interpreta Malik, giovane ragazzo italiano di origini marocchine, è tornato a sottolineare l’importanza di una sceneggiatura scevra di stereotipi: “Non è facile trovare un personaggio di origini magrebine con valori positivi: Malik ama prendersi cura degli altri e, essendo amico del fratello di Sana, nota in lei qualcosa che altri non hanno trovato, un equilibrio tra i suoi valori e il suo posto nella società. Io ho sempre voluto fare l'attore, fin dalle elementari quando facevo teatro a scuola ma solo a 13 anni, quando sono stato in vacanza a Parigi e ho visto la città piena di cartelloni di un film con protagonista un ragazzo maghrebino, ho pensato che potessi veramente farlo. Forse una serie o un singolo film non può cambiare tutta una società ma se cambiasse anche solo la percezione di un ragazzo avrebbe già fatto molto".

14/05/2020, 09:25

Caterina Sabato