Note di regia di "Darkness"
Il personaggio è toccato dal germe della follia, dall’inquietudine esistenziale. Essa è tutta interna, nascosta nelle pieghe della psiche, affidata ai meccanismi d’associazione simbolica che collegano un ambiente ad una risposta emotiva. L’unica catarsi verificabile è nella natura: l’individuo non ha più modo di sfuggire alle proprie latenze, può solo decidere di abbandonarsi ad esse assimilandosi alla natura. Ma è una natura già impazzita, in cui rivivono le angosce e i dilemmi di una physis deteriore, a sua volta antropomorfizzata e quindi resa depositaria dell’inconscio collettivo. Il Corpo è Paesaggio. Un corpo esploso, frantumato, polverizzato, ingrandito e sgranato che diventa esso stesso landscape, corpo politico dell’ immaginario collettivo.
Le azioni del performer si spogliano progressivamente dell’antica e primigenia natura: ripetono gesti ossessivi che da una parte incarnano il mito della macchina e dall’altra il tormento della disfatta interiore.
Sergio Racanati