STAY STILL - L'incendiaria follia di Julie
Julie è convinta che il segreto della vita risieda nell'immobilismo. Non fa nulla per andare incontro alle responsabilità della vita, e per noia ha sperperato un capitale ereditato dalla madre e sceglie di passare il suo tempo fra le quattro mura di una clinica psichiatrica. Ed è li che un giorno fa la conoscenza di Agnes, l'infermiera che dovrà prendersi cura di lei, una donna dal carattere diametralmente opposto, almeno all'apparenza.
Nel 2007
Elisa Mishto aveva esplorato le dinamiche di una clinica psichiatrica attraverso il documentario "Gli stati della mente", e con "
Stay Still", che segna il suo esordio nella finzione, torna ad affrontare il tema attraverso una storia tutta al femminile.
Schietta, diretta, cinica e non curante delle conseguenze delle proprie azioni, la Julie messa in scena dalla Mishto è un personaggio incendiario, pronta a dare fuoco a qualsiasi cosa non le sia congeniale solo per il gusto di vederlo sgretolarsi. Nella sua spirale distruttiva viene trascinata Agnes, che al contrario vive un pessimo rapporto con l'amore e i sentimenti, tra l'incomunicabilità con la figlia e la scomparsa dell'attrazione nei confronti del marito. Il fuoco dell'una accende la miccia dormiente dell'altra, scatenando una continua esplosione di avvenimenti che le porterà a scoprire il significato più vero e profondo della libertà.
A differenza di molto cinema che nell'affrontare aspetti psicopatologici, sceglie di schierarsi o nella sfera del dramma o in quello della commedia, "Stay Still" mescola ironia, dolore, poesia e sensualità in un esordio convincente che sorprende sia per i dialoghi taglienti,attraverso i quali la regista offre differenti sguardi sulla complessa sfera psichiatrica, sia nei lunghi silenzi, in cui la fa da padrone un Giuseppe Battiston in un'ottima prova "muta".
05/08/2020, 11:00
Antonio Capellupo