Note di regia e produzione di "La Luna sulla Magliana"
Girato nell’arco di 5 mesi, da febbraio a giugno 2020, il film è il frutto di un esperimento pilota nel quartiere Magliana a Roma con ragazzi e donne di origine straniera all’interno del progetto “Apebook. Libri media e cinema in periferia”.
I ragazzi e le donne sono autori del soggetto e della sceneggiatura, registi, operatori e interpreti. Il film sperimenta un doppio stile alternando l’uso di mezzi tecnici professionali e di smartphone, consentendo ai protagonisti che si auto-narrano di annullare il filtro tra sé e gli altri.
L’incombere improvviso della pandemia non ha fatto che estremizzare il processo già intrapreso, restituendo la periferia romana, le emozioni, le sfide, le paure di un gruppo di adolescenti a ridosso dell’esame di terza media, un attimo prima della linea d’ombra, non ancora privati delle illusioni giovanili.
“Punta alla luna, mal che vada avrai vagabondato tra le stelle” la quattordicenne Serena ama questa frase di Leslie Calvin "Les" Brown, oratore motivazionale americano, autore, ex DJ radiofonico ed ex conduttore televisivo.
Serena, come i suoi coetanei della generazione Z, procede con inconsapevole legge- rezza (italocalviniana) dall’oratore motivazionale a Giacomo Leopardi, passando per My Favorite Things in versione anime. E usa la musica diegetica nel suo cortometraggio-tesina, con un piglio intransigente e controcorrente che farebbe la felicità di Huillet e Straub.