CAMERA CHIARA - L'opera filmica di Irene Dionisio
Quando la macchina da presa incontra il palcoscenico, davanti a un testo attualissimo che interroga ognuno sulla cecità, reale o simbolica, con la quale si può affrontare la vita. Una modalità sperimentale per realizzare uno spettacolo ri-narrato in un’opera filmica.
La regista
Irene Dionisio firma “
Camera Chiara”, liberamente ispirato al testo – e allo spettacolo - “
Molly Sweeney” di Brian Friel, con gli attori – sul palco e nel frame - Valerio Binasco, Michele Di Mauro, Orietta Notari, Nicola Pannelli: sarà visibile, per la prima volta, da oggi al 9 ottobre su
www.teatrostabiletorino.it/claustrophilia.
Le riprese si sono svolte a luglio alle Fonderie Limone di Moncalieri (TO) e hanno visto interagire due registi: Valerio Binasco, alla regia teatrale, e Irene Dionisio, a quella cinematografica. L’opera filmica nasce infatti nell’ambito di “SummerPlays”, organizzata al Teatro Carignano da Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale e TPE - Teatro Piemonte Europa, e fa parte del progetto “Claustrophilia”, ideato durante il lockdown dal direttore artistico del Tst Valerio Binasco: tre spettacoli e due vite, una sul palcoscenico e una online. Due regie: una teatrale, una cinematografica. Due mondi di norma lontani che si incontrano: il teatro e il cinema. Oltre al lavoro della Dionisio, sono nati così anche “Dialogo” (che sarà poi visibile dal 26 settembre al 9 ottobre), ispirato al testo di Natalia Ginzburg e per la regia di Elena Gigliotti e Dario Aita, e “Blackbird” di Michele Di Mauro (dal 10 al 25 ottobre), liberamente tratto dal testo di David Harrower.
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Questo è un progetto a cui tengo moltissimo e che ci è venuto in mente nel periodo più difficile del lockdown: pensavamo di dover filmare il teatro, ma questa esperienza fino ad oggi, ha dato raramente risultati emozionati" - dichiara
Valerio Binasco - "
Allora abbiamo pensato di formare un gruppo di attori, di chiuderli alle Fonderie Limone e, a questo punto, non filmare degli spettacoli, ma prendere dei testi e farli diventare qualcosa che nasce già per essere filmato, cioè creare le condizioni per tentare un esperimento che farà sì che due fratelli rivali si possano incontrare e fare un pezzo di strada insieme». Aggiunge: «Io credo che alla recitazione degli attori faccia molto bene l’incontro con la macchina da presa e ai registi faccia molto bene l’incontro con il teatro".
Il testo di Brian Friel si presta all’esperimento e ha un grande impatto sul pubblico: racconta l’estrema soggettività con cui ciascuno crea la propria immagine del mondo basandosi sulle proprie capacità sensoriali. Protagonista è una donna, non vedente dalla nascita, che, piano piano, ottiene la vista, ma decide poi di non vedere. "
E’ un testo di drammatica attualità. Poter lavorare su quest'opera in maniera ibrida tra cinema e teatro con un regista e attore di grande talento come Valerio Binasco è un vero privilegio", afferma
Irene Dionisio, che aggiunge: "
Una donna cieca, manipolata dal marito e dal dottore che la segue come paziente, viene riportata, attraverso un'operazione, alla vista. Di fronte al mondo, alle sue dinamiche e alle sue "verità", Molly vive una progressiva regressione che la conduce in un limbo che non aveva voluto, in cui è straniera di fronte a se stessa. Meglio tornare al suo mondo, costruito su misura sulle sue esigenze e sulla sua sensibilità. Come scrive Emily Dickinson "La Verità deve abbagliare gradualmente o tutti sarebbero ciechi".
16/09/2020, 16:27
Andrea Corrado