FIGARI FILM FEST 10 - Intervista a Michela Giraud
Ospite d'onore del Figari Film Fest e dell'Olbia Film Network l'attrice e stand up comedian
Michela Giraud, cui è stato assegnato il Premio Cinema & Parole.
Che effetto ti ha fatto vincere questo premio?
Quando mi hanno chiamato dal festival mi ha preso un colpo, non ho mai vinto un premio in vita mia e negli ultimi tempi ne ho ricevuti ben tre! Io ero quella che non veniva scelta quando giocavamo a pallavolo a scuola, posso dire che dopo una vita da perdente - a parte qualche terno a Natale, ecco... - ora sono molto emozionata perché vuol dire che sono riuscita a raggiungere le persone facendo le mie cose: con la stand up comedy esprimo un mio bisogno comunicativo, negli sketch esploro un'altra parte di me, più crudele, nelle interviste tendo ad aprirmi maggiormente, ora è in uscita anche un libro...
Prima è arrivato il premio per il corto sullo screening neonatale per la SMA "Giochiamo d'anticipo" di Ludovico Di Martino (
visibile qui), poi il premio Satira Politica a Forte dei Marmi e ora questo. Testimonia che il lavoro che ho fatto in questi anni è servito e sta piacendo.
Recentemente in "Permette, Alberto Sordi?" hai interpretato la sorella Aurelia.
E' un ruolo che ho sentito come una "chiamata": per me Sordi è uno dei più grandi attori in assoluto, l'ho scoperto con "Un Borghese piccolo piccolo" e mi ha davvero "rapita".
Per il provino ho lavorato a lungo con un'amica sulle azioni e sulla mentalità di quell'epoca, ma anche sulla vera devozione che Aurelia aveva nei confronti del fratello, sulla sua dolcezza.
Luca Manfredi, il regista, non mi conosceva prima, poi ha scoperto il mio lato più "feroce"... io non volevo sfigurare accanto a Edoardo Pesce e agli altri attori: ho lavorato molto sul piccolo, sull'accompagnamento, per un ruolo molto diverso dalle mie solite corde.
Sono contenta perché ho potuto mostrare un altro lato di me: andavo sul set con l'agenda per rendere al meglio tutto il lavoro fatto in preparazione!
Presto ti vedremo al cinema in "Maschile Singolare".
Lo attendo anche io, è il mio primo ruolo da co-protagonista, con la regia di Alessandro Guida. Abbiamo fatto le riprese a febbraio, subito prima del lockdown, ma ora è bloccato dai ritardi nelle uscite di tutto il settore, spero che possa arrivare al cinema presto: è un lavoro più in linea con la mia comicità, ho il ruolo della migliore amica del protagonista.
Il tuo successo in un mondo molto "maschile" è stato ed è importante per le donne. Questo festival ha anche un premio speciale dedicato alla tematica femminile, tu come ti poni in tal senso nel tuo lavoro?
Ammetto che non penso alla categorizzazioni, le trovo castranti in fase di scrittura, preferisco andare avanti con il mio modo di essere: ho iniziato a fare questo lavoro perché sentivo l'esigenza di raccontare la mia storia, quella di una ragazza cresciuta in un ambiente borghese che non si trova bene in quel suo contesto.
Il discorso femminile lo sento, certo, ma mi pesa un po' pensarci in modo programmatico: sono felice di essere diventata una bandiera per molte ragazze, ma anche che ciò sia avvenuto in modo quasi inconsapevole.
Che tipo di cinema ami guardare?
Da spettatrice amo tante cose, non solo la commedia. Vedere "Mean girls", scritto da Tina Fey, quando ero adolescente mi ha folgorato: lì ho capito cosa volevo fare nella vita, vedere rappresentato quel mondo crudele - che mi ricordava tanto Roma nord - mi ha aperto un mondo di possibilità.
Qui a Olbia sto vedendo un sacco di corti, la selezione è davvero di altissimo livello, ho riso pianto e mi sono emozionata: da anni presento il Roma Creative Contest, quello breve è un formato che conosco e che mi piace molto.
In generale, posso dire che amo il cinema che si mette in gioco, ma non quello che non vuole farsi capire...
17/09/2020, 16:58
Carlo Griseri