FESTA DEL CINEMA DI ROMA - Incontro con il regista Alex Infascelli
“È un film molto particolare”, ha spiegato in conferenza stampa il regista di "
Mi chiamo Francesco Totti"
Alex Infascelli, “perché osservando topicamente una cosa conosciutissima come Francesco sapevo di rimbalzare narrativamente a tutta una città, anche a me, alle persone che circondano Francesco, ai tifosi romanisti, ai romani. Quindi da subito avevo bisogno di isolare una relazione e quindi questo film nasce dalla relazione tra Francesco e Roma”.
Il documentario è tratto dal libro “Un Capitano” scritto da Francesco Totti con Paolo Condò e sceneggiato dallo stesso regista e
Vincenzo Scuccimarra. Nel film non sono presenti le testimonianze di amici, parenti, colleghi e allenatori come ci si poteva aspettare in un documentario su un calciatore.
“Tutto quello che viene narrato in questo documentario nasce da Francesco”, ha continuato il regista, “quello che ho fatto è stato ascoltare questa voce, proteggerla e portarla in una narrazione che io ho supportato con un racconto cinematografico ma il racconto è di Francesco. È stato il mio coregista. Questo non è un documentario indagine, è un film che racconta la storia di una persona che si racconta ed emoziona perché è lui che si emoziona raccontandocela. Ho lasciato che Francesco avesse tutto lo spazio necessario per risuonare, per eccitare la stanza in cui ci troviamo quando lo vediamo e lui lo fa. Quindi gli altri secondo me sarebbero stati fuori luogo perché sarebbe diventata un’indagine, non mi interessava. Il documentario, infatti si chiama “Mi chiamo Francesco Totti”, è un foglio bianco, un tema come a scuola, volevo quella semplicità, perché Francesco è semplice”.
E sulla scelta dell’ex giocatore di non partecipare agli incontri con la stampa e con il pubblico dopo la morte del padre avvenuta pochi giorni fa, Alex Infascelli ha commentato:
“Io credo che ognuno gestisce come vuole il lutto, sembra un ennesimo capitolo del documentario e conferma quello che lui è. Io credo anche che Francesco abbia sentito il desiderio che parlasse il film al posto suo. C’è un destino anche in questo, lui ha deciso di non venire perché vuole avere il tempo per sentire quello che gli sta accadendo e non vuole che questo prenda il sopravvento su una cosa così delicata, intima e particolare”.
17/10/2020, 19:17
Caterina Sabato