PIETRE D’INCIAMPO - Il 29 ottobre la storia ella
famiglia Procaccia-Pacifici-Moro, spezzate
dall’ondata nazifascista degli anni Quaranta
A Napoli, in Piazza Bovio, ci sono nove pietre d’inciampo dedicate a nove vittime della follia nazifascita, tutti membri della stessa famiglia: i Procaccia, Pacifici e Molco, tre generazioni spazzate via dalla Shoah. Giovedì 29 ottobre alle ore 20:30 in “Pietre d’Inciampo” - nuova docu-serie storica in 6 episodi ideata da Simona Ercolani e prodotta da Stand By Me – Annalena Benini racconterà la storia che si cela dietro questo gruppo di pietre, in un viaggio nella memoria che rievoca i tragici momenti visuti dalla comunità ebraica napoletana dal bombardamento di Napoli del 1943 in poi.
Amedeo Procaccia e Jole Benedetti sono i capostipiti di questo nucleo familiare, marito e moglie di origine ebraica che negli anni ’30 abbracciarono la fede fascista. La coppia ebbe tre figli, un maschio, Aldo, e due femmine, Yvonne ed Elda che alla fine degli anni Trenta sposarono due amici venuti dalla Toscana, Sergio Molco e Loris Pacifici. Nell’estate del 1943, per sfuggire ai bombardamenti che stavano mettendo in ginocchio Napoli, i componenti di questa grande famiglia si rifugiarono in Toscana vicino a Lucca, pensando di essere al sicuro. Il 6 dicembre dello stesso anno, in seguito a una delazione, tutti vennero arrestati dalle milizie fasciste e trasferiti al campo di transito di Bagni di Lucca per essere poi deportati ad Auschwitz, da cui non faranno più ritorno. La più piccola della famiglia, Luciana, di soli 7 mesi, morì durante il trasferimento sul convoglio numero 6, partito dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, mentre Sergio, insieme alla moglie Yvonne e al figlio Renato, riuscì a sfuggire all’arresto. Egli venne arrestato poche settimane dopo e deportato nel lager austriaco dove erano già detenuti gli altri componenti della famiglia e dove morì dopo soli 22 giorni dal suo arrivo.
Nate dall’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, le pietre d’inciampo sono “sanpietrini” in ottone che segnano le abitazioni o i luoghi di lavoro di persone che sono state vittime della persecuzione nazifascita: ebrei, oppositori politici, militari, rom e sinti, omosessuali deportati nei campi di sterminio o giustiziati. Ciascuna di queste pietre, più di 1.300 solo in Italia, rappresenta e tramanda ai posteri una storia di discriminazione e crudeltà, di vite distrutte e di famiglie separate: in “Pietre d’Inciampo” la giornalista, editorialista e scrittrice Annalena Benini conduce il pubblico attraverso l’intimo racconto di sei storie emblematiche, ambientate a Milano, Livorno, Viterbo, Roma e Napoli, attraverso interviste ai famigliari, ricordi di famiglia come lettere e fotografie e ripercorrendo luoghi diventati simbolo della follia nazifascista, come il campo di Fossoli (MO), il binario 21 della Stazione Centrale e il carcere di San Vittore a Milano, le strade del ghetto ebraico di Roma.
“Pietre D’Inciampo”, attraverso le testimonianze dei famigliari delle vittime e il contributo di storici, ricostruisce un’Italia ferita dal nazifascismo, divisa e complessa, attanagliata dalla paura e nello stesso tempo ricca di uomini e donne impegnati a combattere contro l’orrore e a offrire riparo e aiuto al prossimo, a costo anche della propria vita. “Pietre d’inciampo”, tasselli di un puzzle che, da Nord a Sud, ci spinge a non dimenticare.
Pietre d’Inciampo è una serie di 6 episodi da 25 minuti ciascuno ideata da Simona Ercolani, prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai Cultura. Condotto da Annalena Benini. Produttore creativo Simona Ercolani, Supervisore alla produzione Teresa Carducci, produttore esecutivo Alessandro Grillo. A cura di Andrea Felici. Scritto da Annalena Benini, Lorenzo De Alexandris, Leyla Monanni, Nunzia Scala con la consulenza storica di Amedeo Osti Guerrazzi, Dario Biocca, Gabriella Gribaudi, Elisa Guida, Gadi Luzzatto Voghera e Stefania Ficacci. Regia di Claudio Pisano.
28/10/2020, 18:56