Sinossi *: Nate dall’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, le pietre d’inciampo sono “sanpietrini” in ottone che segnano le abitazioni o i luoghi di lavoro di persone che sono state vittime della persecuzione nazifascita: ebrei, oppositori politici, militari, rom e sinti, omosessuali deportati nei campi di sterminio o giustiziati. Ciascuna di queste pietre, più di 1.300 solo in Italia, rappresenta e tramanda ai posteri una storia di discriminazione e crudeltà, di vite distrutte e di famiglie separate: la giornalista, editorialista e scrittrice Annalena Benini conduce il pubblico attraverso l’intimo racconto di sei storie emblematiche, ambientate a Milano, Livorno, Viterbo, Roma e Napoli, attraverso interviste ai famigliari, ricordi di famiglia come lettere e fotografie e ripercorrendo luoghi diventati simbolo della follia nazifascista, come il campo di Fossoli (MO), il binario 21 della Stazione Centrale e il carcere di San Vittore a Milano, le strade del ghetto ebraico di Roma.
C’è la storia di Angelo Anticoli, orafo di Roma scampato al rastrellamento del 16 ottobre del 1943 e catturato dalle truppe tedesche qualche mese dopo, mentre si recava a trovare la famiglia nascosta nel Convento delle Suore di Santa Francesca Romana, deportato ad Auschwitz da cui non farà mai ritorno (puntata in onda il 15 ottobre); quella di Frida Misul, una ventenne appassionata di musica lirica che, incarcerata a Fossoli e deportata ad Auschwitz, si salverà solo grazie al suo talento (22 ottobre). Sempre da Fossoli passa anche la storia della Famiglia Di Porto, proprietaria di una piccola merceria a Viterbo: quando le milizie fasciste catturano Angelo e Letizia e i genitori di lei, il loro figlio di 6 anni, Silvano, verrà preso per mano e salvato da una vicina di casa diciassettenne (5 novembre). Non mancano storie di Resistenza, come quella di Spartaco Pula, verniciatore e giovane padre di famiglia che, durante l’occupazione nazista di Roma, si unisce al Gruppo di Azione Partigiana guidato dal fratello ma viene arrestato e trucidato nell’eccidio delle Fosse Ardeatine (19 novembre); quella di Andrea Schivo, guardia del Carcere di San Vittore, dove venivano rinchiuse le famiglie ebree milanesi in attesa della deportazione, che, insieme alla moglie, ogni giorno porta cibo e conforto ai detenuti stremati dagli stenti finché non viene scoperto, condotto al tristemente celebre Binario 21 della Stazione Centrale e deportato a Flossenbürg in Germania, dove morirà pochi mesi dopo (12 novembre). Sul Binario 21 passano anche le sorti delle Famiglie Procaccia, Pacifici e Molco: tre generazioni, nonni figli e nipoti che, dopo aver trovato riparo dai bombardamenti su Napoli in un casale in Toscana, vengono traditi e consegnati alle guardie fasciste che li condurranno fino a Milano e poi da lì ad Auschwitz: una famiglia di 11 persone di cui solo 2 sopravviveranno (29 ottobre).
“Pietre d'Inciampo”, attraverso le testimonianze dei famigliari delle vittime e il contributo di storici, ricostruisce un’Italia ferita dal nazifascismo, divisa e complessa, attanagliata dalla paura e nello stesso tempo ricca di uomini e donne impegnati a combattere contro l’orrore e a offrire riparo e aiuto al prossimo, a costo anche della propria vita. “Pietre d’Inciampo”, tasselli di un puzzle che, da Nord a Sud, ci spinge a non dimenticare.