PIETRE D’INCIAMPO - Giovedì 22 ottobre in onda
su Rai Storia con la storia di Frida Misul
Giovedì 22 ottobre, alle ore 20:30 va in onda su Rai Storia la seconda puntata di “
Pietre D’Inciampo”, la nuova docu-serie storica in 6 episodi ideata da Simona Ercolani e prodotta da Stand By Me in cui Annalena Benni ripercorre le drammatiche e toccanti vicende di sei famiglie vittime della Shoah e della persecuzione nazifascista in Italia, a cui sono state dedicate altrettante pietre d’inciampo. Protagonista di questa settimana è la storia di Frida Misul, cantante lirica livornese di origine ebraica a cui è dedicata la pietra d’inciampo posta in via Chiarini 2 a Livorno, nei pressi della sinagoga dove un tempo c’erano le case abitate dagli ebrei.
Frida proviene da una famiglia modesta che, nonostante le difficoltà, la sostiene nella sua grande passione: il canto lirico. Dopo anni di studio diventa soprano e, nel corso degli anni Trenta, inizia ad esibirsi nei teatri di Livorno con lo pseudonimo di Frida Masoni, per aggirare le limitizione date dalle leggi razziali. Nel 1943 la sua esistenza viene sconvolta: qualcuno che le è molto vicino la denuncia come ebrea, così Frida viene arrestata e trasferita a Fossoli, prima di essere deportata ad Auschwitz nel 1944. Costretta ai lavori forzati, si ammala e viene ricoverata all’ospedale del campo. Qui Frida canta per cercare di alleviare il dolore delle sue compagne di prigionia, catturando anche l’attenzione dei medici e delle guardie del campo che, colpiti, le riservano un trattamento meno disumano. Quando Frida lascia la Polonia viene costretta a marciare nella neve, per chilometri e chilometri, verso altri campi di concentramento. Si trova a Terezin, la mattina del 9 maggio 1945, quando l’Armata Russa entra nel lager. È stremata, ma viva e riuscirà a tornare a casa.
Nate dall’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, le pietre d’inciampo sono “sanpietrini” in ottone che segnano le abitazioni o i luoghi di lavoro di persone che sono state vittime della persecuzione nazifascita: ebrei, oppositori politici, militari, rom e sinti, omosessuali deportati nei campi di sterminio o giustiziati. Ciascuna di queste pietre, più di 1.300 solo in Italia, rappresenta e tramanda ai posteri una storia di discriminazione e crudeltà, di vite distrutte e di famiglie separate: in “Pietre d’Inciampo” la giornalista, editorialista e scrittrice Annalena Benini conduce il pubblico attraverso l’intimo racconto di sei storie emblematiche, ambientate a Milano, Livorno, Viterbo, Roma e Napoli, attraverso interviste ai famigliari, ricordi di famiglia come lettere e fotografie e ripercorrendo luoghi diventati simbolo della follia nazifascista, come il campo di Fossoli (MO), il binario 21 della Stazione Centrale e il carcere di San Vittore a Milano, le strade del ghetto ebraico di Roma.
“Pietre D’Inciampo”, attraverso le testimonianze dei famigliari delle vittime e il contributo di storici, ricostruisce un’Italia ferita dal nazifascismo, divisa e complessa, attanagliata dalla paura e nello stesso tempo ricca di uomini e donne impegnati a combattere contro l’orrore e a offrire riparo e aiuto al prossimo, a costo anche della propria vita. “Pietre d’inciampo”, tasselli di un puzzle che, da Nord a Sud, ci spinge a non dimenticare.
Pietre d’Inciampo è una serie di 6 episodi da 25 minuti ciascuno ideata da Simona Ercolani, prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai Cultura. Condotto da Annalena Benini. Produttore creativo Simona Ercolani, Supervisore alla produzione Teresa Carducci, produttore esecutivo Alessandro Grillo. A cura di Andrea Felici. Scritto da Annalena Benini, Lorenzo De Alexandris, Leyla Monanni, Nunzia Scala con la consulenza storica di Amedeo Osti Guerrazzi, Dario Biocca, Gabriella Gribaudi, Elisa Guida, Gadi Luzzatto Voghera e Stefania Ficacci. Regia di Claudio Pisano.
21/10/2020, 13:07